Storie di auto e di famiglia... "dalle fiat 1100 alle Opel kadett" i racconti e le memorie di Carlo Carugati ripercorrono periodi e costumi dal 1955 agli anni 80... il 1981
 
 
 
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"Storie e racconti ,,
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Dalle Fiat 1100 alle Opel Kadett storia d’auto e di famiglia
Cap. 5 1979 – 1985 Opel Kadett C 1.0 S “Berlina” 4 porte
Cap. 5/c 1980 - 1983

Il 1981

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Lancia Delta 1500

Sono passati trent’anni, ma quel biglietto lasciatomi da mia mamma sul tavolo della cucina, quel 3 gennaio 1981, non lo scorderò mai: “ E’ morto Davide Massolini, siamo andati a fargli visita”…. Davide era nato il 1° dicembre 1960, aveva quattro mesi più di me, quindi eravamo coetanei. Ricorderete che era colui che, nel 1977, mi aveva insegnato a guidare il suo Benelli 125 2c. Di corporatura robusta, capelli ricci, era un bel faccione da gigante buono, era un ragazzo educato, cortese, simpatico e di cultura. Era il classico amico sul quale potevi sempre contare. Francesca l’aveva conosciuto a Natale in chiesa ed era rimasta subito colpita dall’accoglienza benevola che gli aveva fatto questo ragazzo. Davide stava facendo il servizio di leva. Durante una marcia in montagna si era appoggiato ad un vecchio muretto, che forse anche a causa della sua mole, ed impregnato da pioggia e neve, cedette facendolo cadere nella scarpata… Non ci fu nulla da fare. Fu il primo coetaneo che persi lungo il percorso della mia vita… Anche Davide riposa nel piccolo cimitero ove vado a trovare mia mamma… Ma veniamo al 1981. Sono passati 25 anni dall’inizio del nostro racconto che si può datare 10 marzo 1955 ossia con il lancio della Fiat 600 1^ serie vetri scorrevoli. L’automobile è diventata un elemento di uso comune, come il frigorifero o la televisione, ma è quando c’è bisogno di contributi degli italiani che l’automobile diventa il bersaglio prediletto. Così a seguito del terremoto dell’Irpinia di dicembre 1980 la benzina passò da 775 lire ad 850 lire. Si calcolò che in trent’anni il prezzo della benzina super era salito di sette volte ( nel 1949 costava 121 lire ). Anche sul fronte del bollo di circolazione si applicò un aumento del 50 %. Romano Prodi, allora quarantunenne, disse che forse era meglio una tassa sulla casa. Strano che non lo presero in parola…. Forse perché all’epoca la gente comune viveva in affitto…. A distanza di trent’anni, comunque, si ha la sensazione che il contributo di solidarietà richiesto obbligatoriamente agli italiani, non abbia portato ad una risoluzione completa e soddisfacente della situazione della popolazione colpita dal sisma…
Voltiamo pagina. La Delta ormai era diventata la nostra vettura ufficiale per le giornate o i momenti liberi. Solo che mi accorsi che mi mancava la musica, che avevo sia sulla Kadett C, sia sulla Fiat 500, dove, ricorderete, avevo fatto montare una seconda plancia estraibile per utilizzare il lettore di cassette della Kadett C. Così composi il nostro impianto : Antenna Bensi per il tetto ( in quanto l’alloggiamento previsto lato posteriore sinistro per mettere una antenna a scomparsa non mi piaceva), Autoradio Sharp digitale con memorizzazione delle stazioni (questa radio oggi è montata sulla Kadett C, mentre la Blaukpunt tradizionale che era sulla Kadett C la monterò nel 2002 su una Kadett B Holiday del 1972), amplificatore Zendar con fader e 40 W di potenza. Qui bisogna poi fare un appunto a chi ha progettato la vettura in merito all’alloggiamento previsto per gli altoparlanti. Sulla prima serie, come la mia, erano previsti al lato del cambio, con un concetto stereo che mi lasciava un po’ perplesso. Optai invece per la seguente soluzione: anteriormente fissati in maniera originale, con un biadesivo, due tweeter della Piooner messi ai lati della plancia, dietro, fissati con dei piccoli fori sulla cappelliera due casse a bauletto Canton. Queste casse oggi fanno parte dell’impianto stereo di casa dei miei. Per completare il quadro aggiungo che lo Zendar e gli altoparlanti anteriori finiranno sulla Ascona C 1.6 S che sarà l’erede della Delta. Fatta questa lunga esposizione sull’impianto torniamo alle nostre gite. Avete mai provato a fare turismo d’inverno ? Noi sì, e devo dire che almeno 30 anni fa, quando si trovavano delle belle giornate, era piacevole girare senza tanto traffico, trovando parcheggio facilmente, potendosene stare un po’ tranquilli.. Una delle più significative esperienze di quel periodo fu il giro del Lago di Garda che facemmo in occasione di San Valentino: Salò, Gardone Riviera, Maderno, Limone, Campione, Riva del Garda, Malcesine, Punta San Vigilio ecc.

Ci fu un memorabile scambio di medagliette ricordo, che da trent’anni ormai ci portiamo indosso. Per il mio 20° compleanno, 11/03/81, mi feci regalare un accessorio un po’ particolare. Le famose, mitiche, pubblicizzate sulla rivista “L’automobile” dell’ACI, pelli di montone Merinos per i sedili anteriori. Oggi mi chiedo perché tanto entusiasmo avevo per queste pellicce, ma allora furono per me come un ricordo, utilizzato poi per tanto tempo. Arrivarono anche i primi dati ufficiosi sul bilancio delle autovetture immesse sul mercato italiano nel 1980. L’incremento delle vendite rispetto al 1979 era stato del + 20% un dato che all’epoca fu definito come record in Italia : oltre 1.700.000 vetture immatricolate. Da rilevare che in un momento favorevole di mercato con una situazione ancora concorrenziale tra le case italiane, queste, non seppero sfruttare il momento positivo e l’avanzata delle importazioni delle vetture straniere arrivò ad una penetrazione del 40% del mercato . In aumento, purtroppo anche le immatricolazioni delle vetture diesel, che sebbene frenate dal superbollo arrivarono ad una penetrazione dell’8,1 % . Sul fronte dell’usato, comincia a delinearsi la divisione tra le auto di uso quotidiano e le auto che diventeranno d’epoca anche se popolari. Al momento l’effetto è soltanto caratterizzato dalla definizione di “carrozzerie sorpassate”, termine usato dai commercianti dell’usato che cominciano a trovare difficoltà e molto spesso non ritirano più, vetture come Ford Escort, Taunus, Opel Kadett anni Settanta, Simca 1000 e 1301, ma anche Alfa Romeo Giulia e Fiat 124 coupè. Molte di queste vetture dopo essere rimaste nei piazzali a marcire venivano avviate alla demolizione. Un altro fenomeno che invece continuò ad espandersi in quel momento fu la vendita diretta dell’usato effettuata presso distributori di benzina, autofficine, lavaggi ecc. in molti casi senza le autorizzazioni pretese dal nostro stato ma, alle volte, con delle vetture proposte anche interessanti.
Nel frattempo proseguivano gli studi serali; il 20 aprile, Pasqua, ancora all’Aprica dagli zii; sabato 2 maggio, con i miei, mia cugina Raffaella con il suo fidanzato ed i miei zii, andammo a visitare la Fiera dei fiori di Genova, ove la Delta fece sentire per tutto il giorno il suo clacson visto che l’antifurto continuava ad inserirsi. A metà mese il buon Giambattista Bianchi ci informò che a fine mese vi era la biennale delle apparecchiature Broadcast per le emittenti televisive a Montreux in Svizzera. Essendo il mondo della televisione in veloce evoluzione, valeva la pena di andare e così si formò il gruppo di supervisori composto dal Giamba, il Viva, Ettore Falcone ed il sottoscritto. Vivarelli mise a disposizione il suo Fiat 128 Ferox così ribattezzato per il trattamento con il noto prodotto ferma ruggine che il Viva si era prodigato di applicare in ogni dove. Partenza all’alba del 30 maggio con percorso previsto Aosta e passo del Gran San Bernardo. Verso le 8.00 eravamo quasi arrivati ad Aosta, quando chiesi a Giamba: << Ma a che ora apre la Fiera ?>>. Giamba prese in mano l’invito e lesse : << Inaugurazione Saturday 5 pm e Sunday 10.00 pm fino alle 19.00>>. Replicai :<< Ma scusa Sunday non è domenica ? Oggi non è sabato… ?>>. Al Viva venne quasi un colpo e si fermò precipitosamente sulla piazzola di emergenza. Non dicemmo nulla, non partirono panegirici che tiravano in ballo santi dal paradiso od altro. Solo che i veloci passanti in auto videro quattro persone che si stavano piegando in due dalle risa. Avevamo sbagliato giorno, ma non ce la prendemmo più di tanto con Giamba… Il problema era : e adesso che facciamo ? L’ idea di tornare indietro e ripartire il giorno dopo, venne scartata quasi subito. Valutate anche le risorse economiche ( allora non c’erano le carte di credito o i bancomat ) si decise di comune accordo di fermarci ad Aosta, visitare la cittadina, trovare una modica pensione e ripartire per Montreux l’indomani. Alle 9.00 eravamo nella piazza centrale di Aosta presso l’azienda autonoma di soggiorno e turismo. Il Viva con il motto “Custa quel che custa siamo qui in Austa” spiegò alla gentile incaricata che : << Noi non dovremmo essere qui, ma visto che ci siamo diteci cosa possiamo vedere ad Aosta>>. Presi un po’ di depliants, visitammo velocemente la città di Aosta e forse questo mi fu di memoria per il futuro “viaggio di nozze”. Dovemmo anche chiamare mogli e fidanzate per spiegare la situazione ( non c’erano i cellulari ). A distanza di anni ricordo che la moglie del Giamba non era proprio convinta che avessimo sbagliato giorno, ma che fossimo andati a Montecarlo a vedere il Grand Premio di F1. Nel pomeriggio salimmo a Cogne nel parco del Gran Paradiso.

Giuliano , Ettore , Giambattista e la Fiat 128 Ferox

Ritornando in centro andammo a comprare almeno lo spazzolino da denti e trovammo una economica pensione ( con il bagno fuori dalla camera ). Alla sera pizza ed al mattino partenza per il Gran San Bernardo. Il 128 cominciò ad andare a tre cilindri e fortunatamente trovammo un meccanico che velocemente ci cambiò le quattro candele e ripartimmo di gran carriera. Arrivammo a Montreux verso le 11.00 La mostra valeva veramente la pena. Per definirla come in uno spot potrei dire: “ abbiamo visto cose che noi tecnici umani non avevamo mai visto”.

Nel viaggio di ritorno la gomma posteriore destra del 128 fece “vavabuma”. Bravo il Viva che riuscì a tenere in strada la vettura senza ulteriori danni… In maggio erano comparse sulle riviste le prime immagini della futura coupè Maserati ma al momento non ci avevo dato peso...

In giugno andai a Milano con il collega Mauro Magrograssi per far riparare uno dei VTR Sony che si era rotto. Andammo con la sua nuova Fiat 127 Diesel panorama, il più piccolo motore diesel Fiat 1301 cc, 45 cv 130 km/h di velocità massima. Mauro era un appassionato di hi-fi, tanto che nel baule aveva sistemato due casse da ambiente domestico, amplificatore e l’alimentazione era presa direttamente mediante due fili che uscivano dalla portiera e collegati alla batteria. All’andata me la fece guidare, mentre lui si faceva un sonnellino… Forse dopo quella esperienza, trassi la conclusione che il diesel non era la mia massima aspirazione automobilistica. La Opel invece per promuovere le vendite delle Ascona B, che sarebbero state sostituite in autunno, indisse una campagna promozionale ove chi comprava la vettura riceveva in omaggio un wind-surf.

Il tema della pubblicità era : “Oggi, a chi compra un wind-surf, un’Opel Ascona compresa nel prezzo”. Non intervengo in merito alla iniziativa, riferisco solamente che nel 1982 vi erano concessionari che avevano ancor in casa dei wind-surf …. A giugno, gli esami di informatica che passammo con soddisfazione.
A questo punto era ora di pensare alle ferie estive. Dove andiamo ? Come il gentile Lettore avrà intuito, la storia di una vettura non può essere isolata dalla vita del proprietario, pertanto abbia pazienza se, ogni tanto, si aprono parentesi di vita privata. Dicevamo, le vacanze… La new entry di Francesca ci fece portare a scegliere per le vacanze 1981 la montagna.

Si cominciò il 3 agosto con una uscita a Madonna di Campiglio, ma la meta di relax fu per la precisione Torre Pellice, località nelle vicinanze di Pinerolo, già da noi conosciuta e della quale abbiamo già trattato, punto di ristoro per amene passeggiate ed escursioni. Essendo ormai in cinque a muoverci, ed anche per avere la nostra indipendente mobilità, si decise di muoversi con le due auto. Pertanto il 9 agosto, sempre di buon ora, la Kadett e la Delta, con pieno di benzina e pillolona di STP, si mettevano in viaggio con armi e bagagli appresso.

Il viaggio andò con tranquillità. Non esisteva ancora il limite del 130 km/h ma del resto la Kadett C era accreditata per una velocità max consigliata di 130 Km orari, pertanto questa ultima fece da staffetta. Lungo l’autostrada incrociammo, in senso contrario, le ultime bisarche di Fiat ( tra cui rammento una che trasportava due Fiat 132 argento di fine serie, visto che a giugno era stata lanciata la Fiat Argenta ) che, partite da Torino prima della chiusura ferragostana, andavano a raggiungere la loro destinazione nelle concessionarie. Arrivati a Torre Pellice, venimmo alloggiati non nelle solite camere della Foresteria, che ben conoscevamo, bensì nella Torretta del Convitto Valdese ( scuola secondaria ormai chiusa), ossia in quello che una volta era l’appartamento del rettore.

LA TORRETTA DEL CONVITTO VALDESE

Nel cortile interno, tutto per noi, il parcheggio per le nostre due vetture, che comunque mettemmo ordinatamente una in fianco all’altra.
Le strade collinari e di montagna sono le strade indicate per la Delta, per due motivi. In primis la vettura è corta, meno di 3 metri e novanta, e stretta, 1 metro e 62. In secondo luogo, perché la potenza del 1500, 85 cv viene erogata con come velocità massima ma come accelerazione, quindi presenta buone doti di arrampicabilità. Inoltre, contrariamente ad altre vetture della produzione Fiat, non presentava sensibili variazioni di temperatura dell’acqua. Tra le gite degne di menzione : Sestriere, strada che, come già detto, i collaudatori Lancia fecero varie volte nel 1979 per i collaudi delle prime Delta; Borgone di Susa, per visita agli zii e cugini di Francesca, con salita alla nota Sacra di San Michele, e la Vaccera, località montana a 1500 metri, sopra Angrogna, avvolta nel silenzio rotto solo dallo scampanio dei campanacci delle mucche, il ronzio degli insetti e noi… alla ricerca di mirtilli ! I primi giorni inserii il famoso antifurto Philips, solo che mi resi conto che ogni tanto si metteva a suonare indesideratamente. Forse un gatto che andava a poggiarsi sul cofano. Decisi pertanto di non inserirlo in seguito… Torre Pellice era nota a noi come località tranquilla.. Purtroppo anche le oasi di pace ogni tanto vengono disturbate. Nella notte tra il 14 ed il 15 agosto, alcuni vandali, animati da chissà quali istinti repressi, operarono dei danni nella zona. Fra questi anche la nostra Delta fu oggetto di questi loschi e malsani individui. La poverina ricevette un asse per ben due volte sul parafango anteriore sinistro, con il conseguente rimbalzo sul cofano anteriore, una volta e sul parabrezza l’altra. Per il colpo lo specchietto retrovisore interno si staccò cadendo e crepandosi. Ancora oggi a raccontarlo, mi ribolle il sangue. Cosa aveva fatto la povera Delta per ricevere si vile trattamento ? In più, proprio il giorno del suo primo compleanno ! Comunque, non riesco oggi a rendere lo sconforto che mi prese. L’unica cosa che posso dire è che per giorni non toccai e non mi avvicinai alla vettura, tanto che, se dovevamo uscire, prendevamo la Kadett. Questo blocco psicologico durò finchè la buona Francesca non prese in mano la situazione e mi disse : << Mi porti con la Delta a Torino ? Voglio andare sulla Mole Antonelliana>>. Dopo un attimo di riluttanza, acconsentii e mi riavvicinai alla Delta. Appena tornati a Brescia, corsi in Concessionaria, trovai aperto alla SICAR, per il cambio dello specchietto ( costo: 17.500 lire ), poi mi recai dal nostro carrozziere di famiglia, Verri, titolare della Carrozzeria Padana, marito di una amica di mia madre, per la riparazione del danno al parafango. Valutammo che il segno sul cofano, che non aveva tolto la vernice, ed il segno sul parabrezza potevano per il momento restare e si decise solo per il rifacimento del parafango anteriore sinistro. Costo del lavoro: 90.000 lire. Riportata alle condizioni da mio standard, riprese la normale routine lavorativa e privata, ma qualcosa si sarebbe mosso repentinamente ed avrebbe cambiato i destini lavorativi e locativi della Delta.
A settembre incontrammo lo zio Claudio con una fiammante Giulietta 2.0 Super.

La “Super”, quarto modello della gamma “Giulietta” si distingueva dalle altre per le vistose strisce beige che la fasciavano, per i moderni cerchi in lega e per i doppi retrovisori esterni ed i particolari nero opaco. Questa versione era stata lanciata nel 1980 per il mercato estero con il motore 2000 dell’Alfetta e nell’estate del 1981 venne proposta anche per il mercato italiano. Un po’ quello che era successo con alcune serie speciali della Fiat e vendute in Italia nell’operazione Colpo Grosso. Maligni ( ma non troppo ) dicevano che queste versioni non avevano entusiasmato il mercato estero, per cui la sovrapproduzione venne rigirata in Italia. Altri parlavano di giri di fatturazioni export – import. A distanza di tempo credo che ci potessero stare tutte queste ipotesi….
Viene un giorno in cui uno si chiede se tutto deve andare avanti così o se è ora di cambiare lavoro. Orbene, il lavoro in televisione mi è sempre piaciuto.

Però da un po’ di mesi le cose stavano cambiando. Per quanto il lavoro, si stava passando dalla televisione privata alla televisione privata “commerciale” con televendite, aste ecc. Inoltre, il responsabile tecnico, aveva coniato un turno, che poco aveva di ortodosso. In pratica, la prima settimana si riposava sabato e domenica, la seconda venerdì e sabato e così a scalare. Quindi il risultato era che si aveva libera una domenica su sette. Ora, con tutto il rispetto per il lavoro, l’idea di usare una domenica su sette la Delta e di poter passare una domenica su sette con la mia ragazza, non mi stava per niente bene. Urgeva prendere provvedimenti… Un collaboratore della televisione lavorava per la Olivetti. Sapendo del corso che avevo frequentato alla Regione Lombardia per i computers, mi combinò un colloquio di lavoro con il capo del personale di Brescia. Mi recai tutto speranzoso di poter introdurmi nel campo della programmazione.. Scoprii con dispiacere che mi proponevano un posto come agente per la vendita dei computers. Senza esitare risposi, ringraziando, “ che il prodotto computer in sé non stimolava il mio interesse alle vendite”. Questa situazione però mi aprì la mente ad una ipotesi: se dovessi andare a vendere un prodotto, deve essere qualcosa di stimolante. La risposta arrivò qualche giorno dopo, quando un annuncio economico ( che conservo tutt’ora nel portafoglio) così recitava: “Saigarage Concessionaria Opel per Brescia, cerca giovane dinamico intraprendente. Interessante retribuzione”. Realizzai … Se devo vendere qualcosa, questo potrebbe essere il prodotto, le automobili.
Mi candidai per il posto. Marchesi, che era diventato Capovendite, fu un po’ perplesso per la mia giovane età (20anni). Proposi di mettermi alla prova. Questa proposta fu ben accolta dall’allora Procuratore di Filiale Massimo Gardini. Iniziò così, in parallelo alla televisione, un lavoro a part-time di prospezione nelle aziende.
In ottobre venne presentata la nuova Ascona C . La prima vettura aziendale del Saigarage di Brescia fu una 1.3 S “berlina” bordeaux met. Con l’interno beige. Era con i suoi 4.37 per 1.67 una presenza autorevole, confortevole e silenziosa. Ebbi modo di provarla un giorno ove con il capovendite andai ad un colloquio che avevo combinato con il responsabile del parco auto dell’Enel. In concessionaria vi erano da vendere ancora alcune Ascona B, tra cui una bella Sport 2.0 Diesel (purtroppo ) English red come la nostra Kadett.
La prima vendita ufficiale che conclusi, fu il 13 dicembre 1981 all’azienda “ Tessitura di Mompiano”, con la fornitura di un Rekord Delivery Van, ritirando in permuta una Rekord “berlina” gialla 2.0 D del 1976, ancora la versione con il cambio al volante. Nel contempo mi diedi da fare per far circolare la voce della mia nuova collaborazione.
Il 1982 sarebbe stato un anno di novità importanti …

Carlo Carugati

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