L’inizio del 1982 vede la nascita di due importanti canali televisivi.
Il 3 gennaio nasce Italia 1, un network di 18 televisioni locali, guidato dall’editore Edilio Rusconi, che si riuniscono per trasmettere su scala nazionale. In dicembre la rete sarà poi ceduta a Silvio Berlusconi per 35 miliardi di lire.
Il 4 gennaio il gruppo editoriale Mondadori si appoggia a 23 emittenti locali per lanciare un canale televisivo privato: nasce così Rete4.
Sul fronte invece del mercato dell’automobile, cominciavano ad arrivare le prime analisi sul 1981, che si profilava come l’anno record in assoluto per quanto riguarda le consegne di automobili nuove in Italia: 1.740.000 vetture vendute.
Come si spiegano le ragioni di questo successo, quando tutti gli altri Paesi europei continuavano a registrare bilanci negativi? Innanzitutto in Italia vi era un parco circolante anziano (media 15 anni) e la sua sostituzione garantiva ogni anno un certo numero di automobili nuove da vendere; a ciò si aggiungeva un discreto numero di acquisti dovuti all’inflazione che spingeva a investire in risparmi nell’automobile per il timore che il capitale di cui si disponeva non bastasse più, un domani, a comprare il modello che interessava. Nel 1981, poi, le Case italiane e gli importatori stranieri cominciarono a mollare un po’ i cordoni della borsa. Era finito il tempo di tappeti, triangolo, lampade di scorta e, se eri bravo, porta libretto in pelle per chiudere un contratto. Cominciò l’era delle politiche commerciali favorevoli all’acquirente. Gli sconti offerti, il contenimento degli aumenti a volte sotto il tasso d’inflazione, gli accessori in omaggio, le rateazioni senza interesse, la supervalutazione dell’usato avevano convinto molti a cambiare macchina. Quello che però nessuno si rese conto fu che da quel momento il mercato dell’automobile non sarebbe più stato lo stesso. Si era in un certo senso “gonfiato” il mercato, ma, con il risultato raggiunto, nessuno avrebbe voluto più tornare indietro. La guerra degli asini era solo al principio….
Una delle armi per vincere in un contesto che sarebbe diventato ancora più competitivo stava nel lancio di nuovi modelli che potessero portare nuovi clienti presi da altri marchi e/o segmenti.
Così Opel affilava le armi prevedendo di presentare per l’autunno la sua nuova “Mini” che prenderà poi il nome di “Corsa”, una utilitaria a tre porte ed in diretta concorrenza con la 127 che cominciava ad essere prossima alla terza età ( ricordiamo che nel 1983 nascerà la Uno ). Per la primavera, invece, sarebbe arrivata la motorizzazione a gasolio 1600 per Kadett e Ascona, motorizzazione che avrebbe dato un forte rilancio alla casa tedesca nel settore delle vetture a gasolio, con acquisizione di nuova clientela, in particolare agenti di commercio, taxisti, e parchi auto aziendali.
In questo gennaio 1982 anche alcune nuove immagini seguenti al 14 dicembre 1981, data nella quale Alejandro De Tomaso aveva presentato la nuova “piccola” Maserati Biturbo, una vettura cui sarebbe spettato il compito di rilanciare in un settore di mercato più ampio la gloriosa Maserati, la cui sopravvivenza, dopo la fallimentare esperienza Citroen e il successivo passaggio nel gennaio 1976 alla gestione Gepi-De Tomaso, era affidata a vetture ormai da anni sul mercato.
La mia nuova collaborazione con il Saigarage, mi fece produrre alcune vendite di vetture usate all'interno della televisione. Per combinazione anche Brescia Telenord acquistò, con uno scambio merce pubblicitario, una Kadett 1.0 Caravan per sostituire i mezzi ormai fuori uso che avevamo in parco. Nella primavera del 1982 , dopo 6 mesi di part-time, mi fu proposto di passare a tempo pieno al Saigarage. La chiave di volta che mi fece decidere fu molto semplice: lo stipendio era pari a quello che prendevo con i turni e le straordinarie in televisione. A questo andavano ad aggiungersi le provvigioni su ogni vettura che avrei venduto. Un’offerta che non potevo rifiutare. Il primo giorno ufficiale di lavoro, 17 maggio 1982 per le 12.00, avevo venduto la mia prima auto in salone, una Kadett diesel 4 porte che fornii a un trasportatore della F.E.R.T. l’azienda che si occupava del trasporto dei veicoli prodotti dalla IVECO. Ritirai in permuta una bella Fiat 131 special 4 porte verde brillante. Da allora feci regolarmente una o più volte l’anno corsi di vendita. Ricordo che l’ispettore Opel dell’epoca, persona di grande carisma e classe vedendomi sempre entusiasta quando veniva a portarci le convocazioni per i corsi diceva: <<Ricordatevi questi corsi non sono fatti solo per vendere le Opel. Se un domani andrete a vendere la Pasta Barilla… cambierà il prodotto, non il metodo>> Quanta saggezza in quelle parole. Cominciarono in quegli anni i primi “porte aperte”, motivati da concorsi a premi, che allora richiamavano molta gente per la "novità" dell’operazione. Però la sicurezza di poter contare su tutte le domeniche e su 2 sabati al mese, ci permettevano di poter guardare con roseo ottimismo al futuro. Si cominciava a mettere su casa, e la Delta accompagnava le nostre escursioni. Per l'estate si decise ancora per Torre Pellice, però, dopo la triste esperienza avuta dalla Delta, si decise di andare in vacanza con una sola auto, la Kadett C. Facciamo però un passo indietro per raccontare di una situazione che mi si era venuta a creare dal 17 maggio. Ora, andando a vendere le Opel, non potevo andare al lavoro con una Lancia Delta praticamente nuova. Concordai quindi con mia madre che riprendevo ad usare la sua 500 per recarmi al lavoro. Tutto ciò mi permetteva di conservare al meglio la Delta e non crearmi imbarazzo al lavoro. Andò avanti così fino ad inizio novembre, dopo di che mamma cominciò giustamente a richiamare la mia attenzione sul fatto che anche a lei serviva l'auto. Dovevo trovare una soluzione...
E’ però opportuno e ritengo interessante aprire una parentesi su un’occasione molto importante accorsa nella primavera del 1982.
Mi riferisco al 25 aprile 1982, giorno nel quale Francesca, la Delta ed il sottoscritto si recarono a Torino in visita al Salone dell’ Automobile. Sebbene non avessi ancora iniziato il mio lavoro al Saigarage, quello fu il primo salone che visitai con occhi da “neo operatore del settore “.
Ogni salone è caratterizato da tanti fattori : debutti più o meno importanti, interesse del pubblico, tendenze tecniche: il tutto proiettato sull’andamento generale del mercato di cui si coglie l’occasione per fare un bilancio.
Sotto il profilo tecnico, il Salone di Torino 1982 mise in evidenza i temi della trazione integrale e della sovralimentazione. A queste due tendenze può essere aggiunto, sempre rimanendo sul piano tecnico, il continuo e giusto interesse dei costruttori per la riduzione dei consumi di carburante, con varie soluzioni dall’iniezione al posto della carburazione a rubinetti automatici del carburante: il cosiddetto “cut-off”.
E rispetto all’altro salone? All’epoca del Salone di Torino 1980 la benzina super costava 680 lire al litro, il gasolio 309 lire; nel 1982 costavano rispettivamente 960 e 456 lire, il che significava un aumento del 41,1 e del 47,5% La stessa proporzione di aumenti la si poteva trovare sull’auto più popolare la Fiat 127, che era aumentata del 45 %. Più contenuto, ad esempio, l’aumento sulla Lancia Delta, che era aumentata di 2.000.000 di lire, pari a circa il 23%.... Era una splendida giornata primaverile, e mai mi sarei immaginato che quella giornata potesse avere un valore tanto importante, per me. Innanzitutto a distanza di 30 anni esatti quello fu il primo ed unico salone che ebbi l'onore di visitare con quella che di li ad un anno sarebbe diventata mia moglie, nonchè sopportatrice della mia passione, secondo non avrei mai immaginato che quello sarebbe stato l'ultimo Salone che si sarebbe tenuto nel Parco Esposizioni del Valentino, terzo ci fu per me un incontro... che tanto somiglia a quello avuto in piazza della Signoria, a Firenze, nella primavera del 1980. Questo incontro fu con il lancio della nuova Maserati Biturbo.
E' vero, nel proseguo il Biturbo verrà criticato, snobbato, denigrato. Ma per me il contatto con questa vettura mi fece scoprire che potevo amare una donna, ma ero sicuramente incapace di poter tenere la passione per una sola auto. Riuscii per pura fortuna a fare una foto ad un Biturbo amaranto come quello riportato su alcuni depliants. Siccome mi risultava che si poteva prenotare una prova della vettura, mi recai molto speranzoso allo stand Maserati per richiedere la disponibilità. Mi dissero con tono distaccato che era tutto esaurito. Forse volevano che gli presentassi un assegno in bianco…. Devo dire per la cronaca che il personale dello Stand Maserati brillò per antipatia, ma la vettura era perfetta sotto tutti i punti di vista. Anche il prezzo era equilibrato, soprattutto riguardo alle dotazioni, che erano complete, ed alle prestazioni di tutto rispetto. Mi piacque talmente che arrivai a definire il Biturbo, la degna erede estetica della Delta... Ora con un po' di fantasia, se ci si applica si notera' che: i paraurti erano del colore della carrozzeria con la finitura centrale nera; sotto i paraurti vi erano gli stessi alveoli di predisposizione per il montaggio dei fendinebbia; la mascherina era similmente trapezoidale; la fiancata laterale nella parte bassa aveva la stessa carenatura con la scavatura centrale; entrambe avevano delle grandi cornici cromate su lunotto, parabrezza e gocciolatoio. Passando all'interno, entrambe avevano il volante a quattro razze, il cruscotto squadrato rettangolare, i tasti dei servizi similari, lo stesso stile del rivestimento del cielo, e per ultimo, l'orologio digitale.
Nel pomeriggio trovammo nel parco del Valentino la Maserati Biturbo che doveva servire per le prove. Avrei voluto almeno sentire il rombo del 6 cilindri a V, ma per tutto il pomeriggio la vettura non si mosse. In compenso facevano provare la Mini tre cilindri ed anche qui le code si sprecavano. Per il momento non potevo fare altro che studiarci sopra e sognarla, questa Maserati. Si stava mettendo su casa e tutto era rivolto a recuperare i mezzi per comprarci l'appartamento. Il sogno sarebbe restato nel cassetto per un po'.
Esposta anche a Torino una versione spider della Biturbo realizzata dalla Embo, una carrozzeria piemontese in attività dal 1970.
Nello stand Fiat esposta una Fiat 126 Personal, stiamo parlando dell’ultima produzione 126 fatta a Mirafiori, full optional di colore argento.
A testimonianza dell’interesse per la nuova nata in casa Maserati, va detto che molti operatori del settore e titolari di Concessionarie saranno tra i primi acquirenti della Biturbo.
L’8 maggio 1982 è una data che tutti gli appassionati di automobilismo purtroppo ricordano: muore a Zolder, durante le prove del gran premio del Belgio, Gilles Villeneuve, la sua Ferrari si impenna dopo l’urto con la March di Jochen Mass, che procedeva lentamente, volando in aria e proiettando violentemente Gilles fuori dell’abitacolo. Le ferite riportate gli furono fatali.
L’11 luglio invece a Madrid, alla presenza del Presidente più amato dagli italiani, Sandro Pertini, l’Italia vince il Campionato mondiale di calcio battendo la Germania Ovest per 3 a 1. Tutta l’Italia scese in piazza per festeggiare ed anche noi con la 500 con la capottina aperta partecipammo con entusiasmo. Non ricordo di aver più avuto un entusiasmo condiviso come in quella occasione…
In autunno ci fu la presentazione alla forza vendite della nuova Opel Corsa. Era la prima presentazione alla quale partecipavo e l’evento mi piacque molto. Come farò in altre occasioni, la prima operazione mentale che feci fu di pensare a come avrei voluto la Corsa per me. Scoprii con disappunto che la versione che rispondeva ai miei gusti la versione “berlina,” in Italia era solo importata nell’allestimento TR ossia tre volumi due porte, mentre l’allestimento a due volumi 3 porte era solo per altri mercati. Le prime Corsa che arrivarono in Concessionaria erano delle Lusso 3 porte bianche con l’interno rosso. Siccome si voleva far vedere in giro questa vettura, ebbi la possibilità, con la targa in prova, di fare un giro nel centro cittadino, che allora era percorribile, e poi andare a casa per il pranzo.
E veniamo a novembre 1982.. Come il lettore avrà intuito, vuoi perchè in mente si aveva una vettura che al momento non ci si poteva permettere, vuoi perchè avevamo appena comprato casa e bisognava quindi pagarla, cominciai a pensare che dovevo trovare una seconda auto. Premesso che 30 anni fa i costi dei passaggi di proprietà erano umani, e le assicurazioni pure, si trattava di trovare un' auto economica come acquisto, come costi di gestione, ma per mio difetto doveva anche piacermi. Per non fare nomi e cognomi la classica Panda non rientrava nella mia shopping list. La risposta alle mie esigenze arrivò di li a poco, quando una sera, scendendo in officina, vidi un’auto appena arrivata che destò subito la mia attenzione. Era azzurra carta da zucchero, stretta con due pinne posteriori, 2 porte. Un'auto che ricordavo bene, della quale avevo il modellino della Dinky Toys e che aveva anche avuto sia il padre di un mio compagno di classe delle elementari e medie, sia un nostro vicino di casa. Era un’ Opel ed anche questo mi piaceva come idea . Si trattava di una Kadett A Lz del 1963, impianto a 6 volt , il classico motore 993 cc. La vettura aveva 58.000 Km e la conferma che fossero originali arrivava sia da come girava il motore, sia dal fatto che posteriormente montava ancora, anche se ormai alla fine, le sue gomme originali con la fascia bianca grande. Me ne innamorai subito. Già me la immaginavo preparata come si conviene. Avviai subito la trattativa. Il costo di carico era stato stabilito in 220.000 lire. Poteva fare al caso mio. Chiesi pertanto al Procuratore di filiale se me la vendeva e quanto dovevo dargli. Mi chiese: <<Cosa vuole farne?>> Risposi: <<Pensavo di prepararmela ed utilizzarla per venire a lavorare>>. Replicò :<< Se è così e si impegna a restaurarla bene e a non venderla ad altri, gliela regalo ad un prezzo simbolico: 10.000 lire !>>
Ovviamente accettai di buon grado. Ricordo che pagai 125.000 lire di passaggio e 230.000 lire di carrozziere. Francesca non ci credeva che avevo comprato un'auto per 10.000 lire ! La vettura si comportò molto bene ed il suo collaudo fu fatto seriamente a fine anno. La mattinata del 31 dicembre, che cadeva di venerdì la passai al lavoro, anche perché scadeva alle ore 12.00 il primo finanziamento a tasso zero di 6.000.000 in 24 mesi. Il fax sarebbe arrivato dopo qualche anno e tutte le pratiche di finanziamento andavano caricate telefonicamente. Fu una mattinata intensa dove però portai a casa tre contratti: niente male. Nel pomeriggio con Francesca e la Kadett partimmo per il classico fine anno all’Aprica ospiti della Zia Franca e dello zio Luciano . Il mattino seguente, nonostante i suoi 6 volt e la temperatura sotto zero, la Kadett partì prontamente per portarci a Tirano per prendere il trenino per S. Moritz. La Kadett inoltre alleviò le incombenze della Delta per le varie spese e trasporti per l'allestimento di casa. Un’ultima nota per il cortese lettore. Rispettai la consegna. La Kadett oggi anno 2012 esiste ancora, ha 96.000 Km , è in splendida forma e vive la sua "terza età", affidata all'uso accorto e fidato di mio fratello. E' la nostra mascotte, la vettura che mi ha fatto e ci ha fatto avvicinare all’auto d'epoca, l'inizio della nostra collezione. E' vero, anche nelle ultime righe si è parlato poco della Delta, ma anche questo è storia della Delta .
Il 1983 sarà un altro anno molto importante…..