Il 1983 è l'anno decisivo e di svolta sia per la mia vita personale che per il futuro della Delta. Ma andiamo per ordine. Nel gennaio del 1983 ci recammo a Orvieto (viaggio in treno) per il giuramento di mio fratello partito per assolvere alla chiamata di leva nel dicembre 1982. Cito questo viaggio in quanto era uscito in edicola il numero di Quattroruote con la prova della Biturbo e comprai la rivista proprio in stazione, prima della partenza, e me la gustai approfonditamente lungo il viaggio. Visitando il centro di Orvieto, ci imbattemmo in una tabaccheria che esponeva in vetrina un modellino in scala 1/43 di una Bugatti blu e azzurra. Entrammo per chiedere il costo, ma quando ci furono richieste 15.000 lire ci parve un po’ tanto, visto che avevo comprato per 10.000 lire un’auto vera come la Kadett A.
Il 1983 è anche l’anno del 1° restyling della Delta con nuovo scudo anteriore maggiorato e spoiler tangente posteriore. Il motore 1500 veniva abbinato al cambio automatico e nasceva la nuova versione 1.6 GT con il motore bialbero da 105 cv e la scritta GT in bella vista sulla mascherina. Sotto il profilo lavorativo, il 19 gennaio a Orlando, in Florida, veniva presentata alla stampa internazionale la nuova Fiat Uno, una concorrente importante con la quale in Opel, con la Corsa A, avremmo dovuto confrontarci. Sul Giornale di Brescia comparve invece un articolo che pubblicizzava la concessionaria Goldencar , esclusivista Maserati per Brescia e provincia e si citava il fatto che nel 1982 erano state consegnate circa 100 Biturbo.
Il 5 febbraio, alla 33^ edizione del Festival di Sanremo vinse Tiziana Rivale con una canzone dal titolo “ Sarà quel che sarà “, che sarebbe stata di viatico per le scelte che di lì a poco avremmo intrapreso.
Attesa importante era per il concorso che doveva decretare il passaggio di ruolo per il lavoro di Francesca. Fatto il concorso, fu purtroppo annullato per problemi formali che nulla avevano a che vedere con la situazione di Francesca... Dopo questo risultato che riapriva il problema fino a quando, non si sapeva, decisi di prendere in mano la decisione: "Ci sposiamo" . Decisione presa il giorno del compleanno di Francesca, 25 marzo; visto il calendario, data matrimonio: 7 maggio. La prima persona alla quale comunicai l’importante decisione, fu l’amico Renato Giuntini, al quale chiesi di farmi da testimone. Renato è venuto a mancare il 21 dicembre 2011. Una sua collega ha scritto un breve ritratto che riporto in quanto rappresenta in maniera poetica e sintetica, l’uomo, il giornalista e l’amico:
Il lutto del mare per la morte dell'amico Renato
Ieri è morto un amico carissimo. Si chiamava Renato Giuntini, giornalista, marinaio (da giovane era stato ufficiale sulla Vespucci, quanti racconti di meravigliose avventure), coraggioso capo partigiano, "comandante Marco", appassionato di poesia, d'arte e di musica. Un uomo che aveva vissuto momenti molto duri, goloso della vita, generoso, un uomo che si commuoveva per la bellezza di una foglia. Un gentiluomo vero.
L'ho saputo in treno mentre da Monterosso tornavo a Milano. Con gli occhi umidi ho guardato fuori dal finestrino. Ieri, solstizio d'inverno, il giorno era il più corto dell'anno, alle cinque del pomeriggio un tramonto quasi tropicale incendiava il cielo e dava riflessi dorati all'increspatura delle onde. Renato adorava il mare e da anni, su una carrozzella, accompagnato dalla dolcissima Gigliola, sua moglie da quarantatre anni, d'estate guardava in silenzio e con intensità il mare dalla terrazza di un albergo in Riviera.
Anch'io fissavo il mare dal finestrino del treno. In cielo il sole si stava spegnendo (spengendo, avrebbe detto Renato, col suo fiero accento toscano mai guastato per fortuna da decenni di vita milanese), ma era ancora attraversato da pennellate di colore rosso-arancio. A un certo punto mi sono accorta che sulla linea dell'orizzonte si era come appoggiato uno strato orizzontale senza interruzione di nuvole basse e nere. Era il lutto del mare.
VALENTINA STRADA |
7 maggio…Si trattava di organizzare quindi tutto, nell'arco di 1 mese e mezzo. Impossibile, direte… Noi ci provammo. Innazitutto la Delta fu coinvolta nel viaggio sul lago per trovare il ristorante. Si era convenuto, per un discorso ecumenico, di sposarci nella chiesina Protestante-Cattolica di Gardone Riviera. Una piccola chiesina molto carina appena all'inizio della salita per il Vittoriale. Non ci crederete ma trovammo anche il ristorante sotto la chiesa in riva al lago con una veranda veramente bella. Tutto il resto, partecipazioni, bomboniere ecc. funzionarono alla perfezione.
In aprile si tenne anche una nuova edizione del concorso “Musikadett” dove se ne vinceva una ascoltando la cassetta che ti diceva se avevi vinto. Fu un’edizione importante in quanto la prima dopo il lancio della Opel Corsa A, che infatti la fece da padrona come vendite nel fine settimana. La Kadett A parcheggiata davanti alle vetrine prese alcuni complimenti e servì come testimonial della longevità delle vetture Opel. A distanza di anni mi ritorna ancora in mente il ritornello delle cassette che risuonò per due giorni in continuazione: “ Musica – Musica Musikadett !!!! “….
Ma torniamo ai preparativi per il matrimonio…
Per l'automobile, riuscii a farmi inviare dalla Saigarage di Milano una Buick Royale azzurra metallizzata. I reparti post vendita del lavoro, in particolare i lavaggisti ed i carrozzieri, mi fornirono un doppio regalo, nel senso che fu un regalo per me e la Delta. I lavaggisti si occuparono di un lavaggio di fino interno, motore telaio, il carrozziere si occupò della rifinitura finale con una lucidatura ad hoc.
A questo punto, sebbene un po' sconvolti, eravamo pronti per il grande evento. Il giorno prima, come da copione, black out nei collegamenti tra i fidanzati, ed io per sicurezza non guidai l'auto, tanto che le bomboniere andammo a ritirarle con la Kadett C guidata da mio padre. Il 7 maggio, il tempo meteorologicamente parlando, non fu dei migliori; ricordo le foto fatte sotto una pioggerellina leggera, ma presente. Tra i vari complimenti ed auguri , anche la Delta parcheggiata davanti al ristorante, di fianco alla Kadett C, ebbe la sua parte. Ricordo l’osservazione di mio cugino Paolo (figlio della zia Franca e dello zio Luciano, di cui abbiamo già detto), che osservò la pulizia dei cerchi che, diceva, "sembrano appena usciti dalla fabbrica".
Il viaggio di nozze fu con la Delta in Val d'Aosta. La benzina aveva toccato la soglia di 1165 lire ( per la super ) delle quali 778,22 di oneri fiscali. All'andata, l'aprirsi del tempo al sole ci fece pensare ad una bella settimana tra le vallate. Purtroppo da martedì 10 maggio, l'acqua a secchiate rovinò i bei panorami che ci attendevamo, ma non fermò nè noi nè la Delta. Ogni giorno ci dedicavamo ad una vallata, che piovesse o nevicasse.
Chiesetta di St. Vincent
Ricordo che all'ingresso della Val Ferrè' un cartello ci diceva: "Chi avanza lo fa a suo rischio e pericolo !"
Ed ancora alla Thuille fummo accolti da una bufera di neve che, considerando che eravamo sprovvisti di catene, ci consentì di fare una foto veloce alla vettura sotto la tormenta e fuggire... Un po' di conforto lo trovammo verso fine settimana quando la Delta ci portò a compiere un giro del lago di Ginevra, con un tempo accettabile.
Era già tempo di tornare; la pioggia ci accompagnò per tutto il viaggio di ritorno. La beffa fu quando, parcheggiata l'auto nel nuovo garage, sporca come mai era stata, spuntò un sole da manuale. Ovviamente, nel pomeriggio, la prima cosa che feci fu un serio lavaggio, seguito da una sana lucidata. Confortato quindi dall’aver ripristinato la vettura agli standard a cui era abituata, passata la seconda settimana nell’organizzazione della nuova vita familiare, si poteva riprendere il lavoro. Ritornato dal viaggio di nozze, ritirai la Kadett A dall’officina ove l'avevo lasciata per fare il tagliando e soprattutto i freni, che probabilmente nel sali e scendi in Valtellina cominciavano a risentire dell’età. E qui cominciai ad apprezzare il fatto che avendo preso una Opel, anche se come seconda vettura, avere la disponibilità dell’officina e magazzino a portata di mano, non era male... . Per completare l'opera, decisi, tramite una seconda plancia estraibile, di utilizzare la radio della Delta anche sulla Kadett. La Kadett era già dotata di antenna d'epoca cromata anteriore e 2 altoparlanti: uno nel cruscotto ed uno sul lunotto posteriore. In pratica era stato concepito per un impianto mono , ma che desse un buon ascolto sia a chi era davanti, sia a chi era dietro. Ovviamente si fece una connessione stereo anche se l'impianto risultava un po' sbilanciato rispetto alle orecchie degli occupanti. Comunque la sua resa c'era.
Nello stesso periodo entrai in contatto con un salonista della Valtrompia (attualmente titolare di una Concessionaria Seat, Kia e Mazda) che all'epoca trattava anche le Maserati, quindi aveva in esposizione il Biturbo. Entrato in confidenza, chiesi di poterla provare. La vettura della prova fu un Biturbo di colore Marrone metallizzato come quella riportata sul libro di Orsini sulla storia della Maserati. Fu una breve prova su e giù per le stradine di Lumezzane, ma la soddisfazione fu tanta e soprattutto la convinzione che quella era la mia auto ! Per riflesso o per reazione, feci alcune modifiche alla Delta. Credo di poter dire che siano state le ultime modifiche che feci alla vettura prima della cessione. Innanzitutto una frivolezza: sulla scia del nuovo modello GT uscito in quell'anno, inserii nella mascherina la scritta Gt. Una scritta ad incastro, che per i cultori della originalita' a tutti i costi può essere sempre tolta senza difficoltà. Le altre due modifiche sono più indirizzate ad un discorso di vera utilità, oltre che di funzionalità. La prima riguarda il montaggio dello specchietto retrovisore destro. Si era reso disponibile con l’ingresso sul mercato della Lancia Prisma. Da quel momento su tutte le vetture che ebbi nel proseguo cercai di avere ove possibile questo accessorio, che oltre a completare esteticamente la vettura è un elemento di sicurezza e di praticità, specie nelle manovre di retromarcia. L'altra modifica riguarda i nottolini di collegamento della cappelliera al portellone. Sin dal primo giorno questi nottolini a forma di boa al contrario, avevano il vizio, in particolare quello sinistro, di staccarsi alla chiusura del portellone. La conseguenza era che ogni volta che aprivi il portellone la cappelliera rimaneva sbilanciata. Nella seconda serie della prima, già dalla fine del 1981, e per intenderci le Delta con la borchietta centrale nera, questi nottolini e relativo aggancio erano stati sostituiti con dei più logici ganci ad innesto. Adottai quindi questa modifica, che non alterava l’originalità della vettura e sicuramente ne migliorava la funzionalità.
Nel frattempo il lavoro proseguiva. Il primo anno di attività era trascorso ed ero soddisfatto della scelta fatta. L'unica cosa che ogni tanto cominciò a turbare la mia tranquillità, furono alcune osservazioni, battute che mi venivano fatte da alcuni, secondo i quali, essendo un venditore Opel dovevo viaggiare con una Opel anche nel privato... Sicuramente il fatto che ero giovane, mi trovava impreparato a rispondere prontamente e sinteticamente a quella che magari era solo una battuta, però uno dei difetti di quando si è giovani è appunto l’inesperienza che porta a volte a sopravvalutare certe affermazioni fatte da altri.. Comunque al momento erano altri i pensieri.. Dove andiamo in vacanza con la moglie ? Per andare sul sicuro si decise di andare alla nostra cara pensione "Il Villino" a Rivazzurra di Rimini, posto che la Delta già ben conosceva e che mi dava tranquillità anche per il parcheggio della vettura. Ma prima di partire per il mare, a ferragosto si organizzò una grande uscita in compagnia per la visita ( per noi era la terza volta ) al parco giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio, che all’epoca si percorreva con tappe e parcheggi previsti in automobile. Lasciando la Delta pulita e lucida pronta in garage per andare al mare, noi portando i genitori di Francesca ed i miei portando degli zii di Ostiano (CR) con la Kadett C ci incontrammo con la zia Franca a Rivoltella e poi ci immergemmo nel parco.
Riuscii così ad immortalare la Kadett A con ancora le sue gomme posteriori originali con la fascia bianca alta, nel contesto del parco. A Rimini, non ci si crederà, la scritta GT destò la curiosità di alcuni che mi chiedevano se era il nuovo modello. Per Francesca era la prima volta che veniva a Rimini, e più che la spiaggia le piacque l'entroterra: S. Marino, S. Leo, Gradara. Ricordo una bellissima foto fatta a S. Leo, dove fotografata da una feritoia, sul piccolo obiettivo si vedeva la Delta. Vicino alla Fiera di Rimini vi era un salonista che vendeva un Biturbo di 6 mesi blù met Acquamarina con 7000 Km. Ovviamente mi fermai per andarla a vedere da vicino. Francesca per la paura di essere coinvolta restò in auto. Era proprio una bella occasione, ma... non era ancora tempo..
Nel frattempo leggevo con interesse su Quattroruote che era stata fatta una modifica tecnica interessante sulla Biturbo. La vettura veniva dotata di un nuovo sistema di controllo per la pressione di sovralimentazione del turbocompressore. Si trattava di un dispositivo ideato dalla stessa Casa del Tridente e denominato M.A.B.C ( Maserati Automatic Booster Control ). Questo dispositivo era molto idoneo per la vettura al fine di impedire, in funzione delle effettive necessità del motore, il superamento della pressione di sovralimentazione critica. Questo, oltre ad un miglioramento, se ne mancassero, delle prestazioni avrebbe portato ad una riduzione dei consumi… In quel momento non sapevo ne pensavo che di lì a poco sarebbe stato deciso il futuro dei successivi 25 anni della Delta..
Verso fine Agosto del 1983 la Contessa M., amica di famiglia dell'amministratore delegato del Saigarage di Milano, ci commissiona una Opel Ascona 1.3 Luxus 5 porte per una loro persona di fiducia all'interno dello stabilimento M. di Schio. Consegna ... per ieri... Ci attiviamo subito per la ricerca della vettura e la troviamo dal concessionario "Paltrinieri Auto" di Modena, un antico Concessionario Opel che ha cessato l'attivita' alla fine degli anni ‘90. Vengo incaricato del recupero della vettura. Parto di buon mattino dalla stazione di Brescia con il trenino per Modena. Il viaggio subisce vari rallentamenti per lavori sulla linea, tanto che arrivati a Parma ci fanno scendere ed il viaggio prosegue via pulman . Arrivo in concessionaria per le 11,45, giusto in tempo per ritirare la vettura, il documento di conformita' e fare benzina. Il titolare mi consiglia un ristorante a poca distanza. Approfitto del consiglio, che si rivela ottimo sotto tutti i punti di vista. Riparto verso le 14,30. La prima cosa che mi viene in mente è che non avevo ancora avuto l'occasione di poter fare un 200 Km con la Ascona, quindi mi predispongo per provare la vettura. Nel contempo compare sul cruscotto un grillo, che per tutto il viaggio non si muoverà dalla sua posizione di partenza.. Forse che sia una spia della moglie per verificare che non corra? Comunque il viaggio scorre piacevolmente, la vettura è silenziosa e maneggevole, sto cominciando a gustarmela, quando arrivo a Brescia. Allora abitavo a 2 chilometri dal lavoro e pertanto passai dalla strada di casa per tornare in concessionaria. Vedo mia moglie che scende dall'autobus, le suono e mi fermo per salutarla. Volevo raccontarle la storia del grillo. Ma... il grillo non c'era più. Forse aveva esaurito la sua funzione, visto che ormai ero arrivato a casa. Così invece le dico: "Sai che non è male l'Ascona? Potrebbe essere la sostituta della Delta !!!" Lei mi guarda con aria perplessa ma non contrariata e mi dice: "Ne parliamo più tardi" . Rientrato in concessionaria, dopo aver sistemato un paio di pratiche, cominciai ad elaborare la possibile Ascona per noi. Si trattava di strutturare una vettura che potesse rispondere al mio gusto, alle nostre esigenze, ma che doveva stare in un certo budget di spesa. Preparato lo studio, vettura, colore, accessori, costo, affrontai la trattativa con la moglie, puntando innanzitutto sul discorso di avere una Opel di buona presenza, che doveva fungere anche da mio personale biglietto da visita, per promuovere la mia nuova attività. Di fronte a questo discorso Francesca non fece altro che annuire, ma mi presentò soltanto il problema, che non era da poco, che bisognava trovare le risorse, tra cui la cessione della Delta. Qui per la prima volta, dico la prima, perchè anche in futuro questo principio verrà utilizzato, dovevo trovare le persone giuste a cui dare la vettura. Non si trattava solo di un discorso economico fine a se stesso, si trattava di trovare qualcuno che conoscendomi potesse apprezzare la vettura, e per me, di poter tenere un contatto con essa per il futuro. Questo a dire la verità non lo esplicai più di tanto, ma a distanza di tempo, credo che l'embrione del collezionista, cominciava ad essere in incubazione. Valutate varie possibili allocazioni, pensai a mio cugino Alberto che all'epoca aveva una 127 prima serie, passatagli da sua zia Maria che poco prima che io prendessi la Delta aveva comprato una Fiat Ritmo 65 Cl 2 porte azzurro metallizzato. Lo chiamai al telefono e gli accennai alla mia idea di sostituire la vettura. Scoprii così che la vettura forse sarebbe potuta andare bene per i suoi genitori, e lui avrebbe preso la loro Alfasud L bianca fine 1975. Comunque di tutto ciò avremmo parlato domenica durante la consueta gita in alta Valtrompia a "Cima Caldoline" , classica festa della montagna con messa all'aperto e desco preparato dagli alpini in collaborazione con la ditta Ambrosi, azienda casearia per la quale lavorava lo zio Luciano.
Domenica però non mi recai in montagna con la Delta. Il tempo minacciava e pertanto con suoceri e cognata andammo con la Kadett A. La pioggia ci colse lungo il percorso piuttosto irto che la Kadett con i suoi 5 occupanti a bordo affrontò con stoico coraggio. Unico inconveniente è che dopo un po' che viaggiavamo sotto l'acqua, gli occupanti posteriori si trovarono con i piedi bagnati. Probabilmente la guarnizione del parabrezza anteriore, faceva trafilare acqua all'interno che poi per la pendenza andava a creare una sorta di piscina nella parte posteriore. Arrivati e dopo aver preso il mitico caffè alla montanara, una tazzona di caffè caldo, con una miscela segreta di chissà quali liquori, tra cui sicuramente del vov, comunque di una squisitezza unica, si partì per la passeggiata che ci avrebbe portato alla baita degli alpini. Nella serenità della montagna, con calma affrontammo il discorso della vettura, il perchè pensavo di sostituirla, cosa offriva e perchè avrei tenuto di darla a loro. Nel pomeriggio mentre rientravamo verso le nostre auto mi dissero:<< Possiamo vederla ?>>. "Certo, venite a casa nostra!" Risposi.
Arrivati a Brescia, la giornata si era aperta ed era uscito uno splendido sole. Estrassi la Delta dal garage e rammento che pensai: "Le manca solo la parola!". La trattativa corse veloce. Ricordo che espressi l'intenzione di togliere i fendinebbia, e l'impianto radio. Per l'impianto radio nessun problema, non interessava. Mi fu però richiesto di lasciare i fendinebbia. Per la consegna, a loro stava bene in dicembre, in quanto gli dovevano entrare dei soldi. A me stava bene, in quanto la nuova vettura che sarei andato ad ordinare, sarebbe stata prodotta in ottobre per consegna novembre, ed era mia intenzione targarla a gennaio. Brindammo quindi all'accordo e ci salutammo. L'indomani ricevetti una telefonata della zia Franca sul lavoro, con la quale mi confermava la vettura e mi dava quindi il via libera affinchè mettessi in ordine la nuova vettura. L'eccezione che conferma la regola, nel settore automobilistico, vuole che tanto per un ordine non hai fretta, tanto più l'auto arriverà prima. Questa eccezione venne confermata anche questa volta. Così una mattina della prima metà di ottobre arrivando in concessionaria, trovai la bisarca che stava scaricando la mia Ascona. Poco male, avevamo 60 giorni di franchigia per pagarla alla Opel ed intanto mi occupai di prepararla secondo le specifiche che avevo in mente e che non avevo potuto richiedere in fabbrica. Si trattava di sostituzione dei pneumatici con altri di sezione più larga e ribassata, montaggio dei poggiatesta posteriori, sostituzione dei braccioli anteriori, e soprattutto montaggio dell' impianto stereo: 6 casse, + antenna elettrica, la radio e amplificatore equalizzato di provenienza dalla Delta, trombe ed antifurto con telecomando. Fatto questo, telo e messa a riposo in deposito.
Ma nel frattempo era successa un'altra cosa. La proprietà aveva deciso una bella iniziativa per noi venditori. Dava a tutti l'auto aziendale con bollo, assicurazione, benzina o gasolio pagati e lavaggio. Con però un distinguo, ossia: chi nell'anno precedente o al 15 ottobre aveva venduto 100 auto nuove, aveva diritto all'auto nuova, chi era sotto, ad un’auto usata, sempre Opel. Considerando che ai tempi la Opel aveva il 3% del mercato, che in concessionaria eravamo in 4 venditori più il capovendite, solo un venditore aveva diritto all'auto nuova + il capovendite. A noi altri 3 misero a disposizione delle Opel Ascona B 2.0 Diesel di fine full leasing. Io ne scelsi una rosso arancio versione lusso chiamata "Berlina" del 1979 con 120.000 Km. Aveva due soli difetti: era lievemente grandinata e sotto tiro fumava un po', tanto che all'epoca mi soprannominarono "Nuvola Nera". E' ovvio che tutti gradimmo l'iniziativa. Si trattava di avere un’ auto da poter usare sempre, un'auto da vendere, e che apriva un ciclo in quanto chi prima vendeva la sua, prima sceglieva tra le altre auto Opel disponibili nell'usato. Ora però, mi trovavo con un'auto in più, la Kadett A, che a questo punto diventava una terza auto. Solo che non ero ancora nella situazione abitativa per cominciare la collezione. Dovevo trovarle una collocazione, ma non potevo venderla per la parola data. Fortuna volle che mio fratello, che stava terminando il servizio militare ad Aurelia, in una telefonata con mia madre, manifestò l'interesse alla vettura, che aveva visto appena prima di partire per Orvieto. Così decisi di regalargliela. Restava in famiglia, come già detto esiste ancora oggi, e così accontentavo tutti. Venerdì 7 dicembre 1983 feci l'ultimo viaggio ufficiale con la Delta, meta il garage dei miei zii. Concordai che per i primi due anni, nel periodo estivo, mi sarei premurato di passare a darle una lucidata, cosa che onorai di fare. E venne l'8 dicembre: il parentado era invitato al pranzo che i miei avevano organizzato al ristorante Gentiluomo per festeggiare il loro 25° di matrimonio. Doveva essere la prima uscita della Delta con i nuovi proprietari. Invece vedo tutta la famiglia arrivare ancora con la Alfasud..
Forse che abbiano visto il tempo incerto ed abbiano avuto paura di sporcarla?.. Purtroppo niente di tutto ciò. La Delta si era rifiutata di partire, o meglio la batteria della Delta, la sua batteria originale di tre anni e 20.000 Km percorsi aveva deciso, forse anche agevolata da una luce della plafoniera, lasciata accesa, di dichiarare forfait. Poco male. A parte un po' di delusione, non solo per loro, ma soprattutto per me, lunedì mi premurai di prendere una nuova batteria e rimetterla in "riga". Se uno psicanalista avesse voluto analizzare il comportamento della vettura nel frangente, sarebbe arrivato a dire che la vettura voleva ravvisare il tradimento al quale non era preparata. Niente di tutto ciò, solo una batteria che accusava probabilmente lo scarso utilizzo dell'ultimo periodo e che, portata sotto il livello di soglia, non reagiva più alla ricarica. Questa la storia dei primi tre anni della Delta 1500 Rosso Corsa che feci adottare da dei bravi proprietari e che, dal 2003, cominciai a desiderare di riportare a casa per farle passare la terza età con la discrezione che si usa alle auto anziane, che hanno bisogno di un po' di cure, perchè anche per loro gli anni passano.
Il 1984 avrebbe avuto una nuova protagonista.
Carlo Carugati
Continua...