Storie di auto e di famiglia... "dalle fiat 1100 alle Opel kadett" i racconti e le memorie di Carlo Carugati ripercorrono periodi e costumi dal 1955 agli anni 80... il 1986
 
 
 
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Dalle Fiat 1100 alle Opel Kadett storia d’auto e di famiglia
Cap. 7 Il 1986

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Fiat 1100 103 G Special

Nella nostra famiglia ci sono alcune coincidenze che sono diventate delle tradizioni, quali ad esempio: acquistare l’auto in primavera per averla per le vacanze (cosa successa per: Fiat 1100 D , Opel  Kadett B, Opel Kadett  C , Lancia Delta,  Maserati Biturbo...) oppure  gli acquisti tecnologici che per disponibilità di tempo sono stati fatti il 24 o il 31 dicembre. E qui abbiamo ad esempio il mio primo televisore Trinitron Sony, preso il 31 dicembre 1984, o la telecamera Sony  Video 8 presa il 24 dicembre  1985.  Per quest’ultima devo dire però che quello che non mi aspettavo fu che, fatta la scelta, fatto l’acquisto ( 3.250.000 lire, un importo importante per l’epoca… ), la pagò mio padre e mi disse: << Questa la gestisci tu >>.  Questo usufrutto- regalo comportò che, dal 25 dicembre 1985, molte gite, io le abbia viste, durante lo svolgimento in bianco nero ( dietro il monitor della telecamera ), e abbia visto il  colore solo successivamente, dopo averla collegata al televisore.   Raccontatovi questo che fu per anni come il prolungamento amatoriale di quella che era stata la mia prima professione in televisione, devo dire che il 1986 fa parte di quegli anni da sottolineare come estremamente favorevoli,  dove le novità,  le esperienze vissute sono tutte degne di menzione.  Come sempre seguiremo la cronologia degli eventi cercando di non dimenticare nulla. Partiamo dall’11 gennaio 1986, giorno del compleanno di mia suocera e relativo pranzo a casa sua.  La giornata era però di un azzurro stratosferico che spinse il sottoscritto e mio cognato, a cui avevo  consegnato da poco una Corsa A 1.0 3p, a proporre un’escursione nel primo pomeriggio a Sirmione.  Per me era una occasione per fare un giro con “la principessa” ( Maserati Biturbo)  e realizzare il primo filmato in un’amena località.  Peccato che giunti nella conca di Desenzano ci trovammo nella nebbia e quindi a Sirmione un cielo giallognolo tolse il radioso sole della partenza. Comunque la telecamera dimostrò la sua qualità.  Sebbene fosse pesante ( 2,5 kg ), rapportata alle moderne attrezzature, il fatto che per riprendere si faceva appoggio sulla spalla, mi consentiva di sfruttare l’esperienza fatta in televisione ed anche senza cavalletto il risultato di qualità di montaggio era valido, ossia non ti veniva il mal di testa a rivedere il filmato.   Un’altra gita domenicale con bel tempo, sebbene fossimo ancora in inverno, fu il 16 marzo a Vicenza dove, sebbene in cinque ( con genitori e fratello ), la Biturbo ci accolse tutti nei suoi sportivi sedili.  Parlando di lavoro, nel settore delle auto nuove, il 1985 per il mercato italiano era stato un anno record: erano state immatricolate 1.746.000 vetture, con un aumento, rispetto al 1984, del 6,8%. Si trattava in generale per il settore auto di un risultato che migliorava di circa 6.000 unità il precedente primato stabilito nel 1981 e che andava oltre le più ottimistiche previsioni. A trarne vantaggio ( e me ne resi conto in particolare nell’ultimo trimestre del 1985) soprattutto le marche estere, che si erano riportate su una quota di penetrazione del 40%, migliorando le proprie posizioni di oltre 3 punti.  Solo noi, come Opel-GM, avevamo fatto il 9,3 % in più rispetto al 1984. Tra i primi risultati positivi quindi del lavoro devo dire che, dopo  essermi avvicinato all’obiettivo, ma senza raggiungerlo, nel 1984, nel 1985 avevo raggiunto le 100 vendite di vetture nuove,  situazione che mi permetteva di poter ambire alla vettura di servizio aziendale nuova.  La Rekord Turbo Diesel GL che avevo in dotazione in quel momento la passai ad un mio collega, che non aveva ancora raggiunto l’obiettivo delle 100 vetture.  Era il 17 marzo quando il mio collega Piero, detto il Ferla, ed io ci recammo con la Rekord a Torgiano (PG), presso l’hotel Tre Vaselle, per un corso di vendita di tre giorni. E proprio in quei giorni scoppiò lo scandalo del vino al metanolo, con 23 morti accertati e parecchie aziende vinicole coinvolte.  Tra queste, una (della quale non faccio il nome in quanto ancora esistente ) era la marca del vino da pasto che acquistavano i miei e rammento, alle 8.00 di mattina, una mia concitata e preoccupata telefonata a casa per sapere come stavano e raccomandando di buttare via le bottiglie che avevano in casa ( per fortuna poche, solo tre). Nel viaggio di ritorno, il Ferla, che con il piede sull’accelleratore ci andava pesante, prima si confrontò con le Lancia Thema TD, dove sull’autostrada A1, nel tratto Firenze-Sassomarconi, la Thema si rivelò, nel confronto con la Rekord, migliore come tenuta di strada. Non contento, all’allora casello di Carpi, innescò una partenza , tipo gara da ippodromo, con una Citroen CX TD.  Dopo un inizio ad armi pari, il guidatore della CX ci fece un cenno con la mano, come per dire che non potevamo batterlo.  Di fronte a quella sfida, il Ferla, ributtò dentro la terza, facendo fare un urlo al povero 2.3 TD e per qualche chilometro avemmo la meglio, solo che poi la vettura perse di potenza e cominciò ad andare a velocità limitata… Diagnosi: filtro del gasolio intasato.  Dovemmo procedere agli 80 km/h fino alla prima uscita e cercare un’officina meccanica, per cambiare il filtro. Poi, finalmente, rientrammo dopo questa avventura.    Tornato al lavoro, provvisoriamente mi diedero dalla sede di Milano una vettura appena targata. Si trattava di una Kadett 1.6 Diesel LS SW  di colore beige  sabbia, interno beige, mancorrenti sul tetto, con due accessori molto particolari: servosterzo ed aria condizionata Diava montata in after market .  Non conosco la storia di questa vettura, ma a Milano capitavano ogni tanto vetture campione particolari.  Ad aprile tornò il Salone dell’Automobile di Torino, ormai nella sede del Lingotto e con Marchesi, il capo vendite, ed il collega Stefano,  avemmo la possibilità di visitarlo il 24 di aprile. Naturalmente mi portai la telecamera con relativo filmato.  Tra le vetture degne di essere segnalate, la Lancia Thema Ferrari 8,32, la più ammirata del Salone di Torino 1986, vettura sintesi di lusso e prestazioni, tradizione e raffinatezza meccanica.  Ma sempre Lancia apriva le porte alla SW Thema ( la prima SW di Lancia, se non consideriamo la versione di Viotti dell’Appia ),  all’integrale con Prisma 4wd e la prima Delta HF 4wd. Altre novità per noi appassionati : la versione più bella e matura della Ferrari 208, la Turbo Intercooler che beneficiava degli aggiornamenti estetici dell’ultima 328 ed un motore che, grazie all’intercooler e ad un diverso rapporto di compressione, portava la potenza a 254 cv contro i 220 della precedente turbo. Allo Stand della Maserati, oltre alla 420 S, degna di attenzione era la nuova proposta 228 , una specie di Biturbo coupè extra large con motore 2790 cc, 250 cv e due turbocompressori con doppio intercooler.  Per Opel spiccava la nuova Kadett Cabrio realizzata da Bertone, oltre alla Kadett E GLS tre volumi . Esposto anche un prototipo di Kadett Rally (sull’estetica della GSI ) 4x4, vettura mai poi realizzata come produzione di serie. Questi erano ancora gli anni nei quali il Salone dell’Automobile di Torino, sebbene non fosse Ginevra, era una vetrina importante dimostrata dalla massiccia presenza estera. Presenza importante sotto tutti i punti di vista: quantitativo, qualitativo ed anche commerciale.  Importante anche la presenza dei marchi giapponesi, quasi sproporzionata dalle limitazioni commerciali del contingentamento, ma segno di un’apertura mentale e di coraggio che forse è mancata, in particolare ai marchi italiani che vedevano l’anno 2000 come “molto lontano”… E venne il momento di scegliere l’auto  nuova per me.  Io non ci pensai due volte e chiesi di poter  avere una stupenda Kadett 1.8 GSI almandin red, interno beige equipaggiata di tettuccio apribile, fendinebbia, predisposizione radio ed  i suoi cerchi in lega originali che erano stupendi e che, esposta nel centro del salone, mi guardava da qualche tempo.  Non mi contestarono la mia richiesta, ma volevano farmi togliere i cerchi in lega.  Riuscii a convincere il Procuratore di Filiale, che era l’insieme dell’auto che stava bene così. Togliere i cerchi in lega era come rovinare un’opera d’arte.

 Così  con la targa BS945858 targavo la mia prima auto nuova aziendale.  Come celebrazione dell’evento,  visto che vi era un interessante ponte per il 1° Maggio, che cadeva di giovedì, si decise con i miei di festeggiare i nostri anniversari di matrimonio con una tre giorni in Toscana.  Per cui, mentre a Brescia partiva la Mille Miglia Storica, noi partivamo per la nostra Mille Miglia in Kadett GSI. ( Prato, San Gimignano, Volterra, Siena, Pisa, Pistoia, Lucca ).

 Tornati dopo questa bella esperienza, il primo lunedì libero, era il 12 maggio, passando davanti ad un piccolo autosalone  a 500 metri da casa vedo in vetrina un Fiat 1100 Special bianco.  Mi fermo ed entro a chiedere  informazioni.  La vettura targata BS 108232 era del luglio 1962 e faceva parte dell’ultima serie del 1100 Special, riconoscibile dalle portiere che erano senza più nervatura ( come le portiere del  1100 D ).  La vettura, unico proprietario un anziano signore che era passato ad una più piccola Fiat 126, l’ultima serie polacca prima della BIS, aveva  i pneumatici ricoperti e montava ancora sull’asse posteriore i pneumatici da neve. Nel baule vi erano  gli altri due pneumatici ricoperti. L’interno era dignitoso con i sedili ricoperti da foderine fatte su misura e tappetini in gomma grigio chiari.  La vettura aveva avuto una recente riverniciatura ( non di qualità ) e le cromature erano ancora le sue originali con qualche punto di ossidazione.  La richiesta era di 1.000.000 di lire.  Ora devo subito dirvi che 1.000.000 di lire, nel 1986, non era poco.  Nel 1982 ricordo che mi avevano proposto un Fiat 1100 D sempre bianco a 600.000 lire, nello stesso periodo nel quale avevo acquistato a 10.000 lire la Kadett A.  Ma la valutazione che feci fu di questo tenore: quanto mi costerà restaurare di carrozzeria la 1100 Special che avevo ferma in Saigarage ?   E se utilizzassi i ricambi che ho preso,  per questa bianca e magari mettessi in vendita l’altra ? Feci subito un salto dal carrozziere che nel frattempo aveva parzialmente smontate le parti esterne della vettura e valutai con lui che obbiettivamente 1.000.000 di lire per una vettura quasi finita era più conveniente che restaurare quella che già avevo.  Così fermai i lavori del 1° 1100 Special e mi feci portare subito a casa la nuova 1100 Special bianca che decisi di intestare a mia moglie.  Questa fu la prima vettura che comprai senza averla provata e mi servì di lezione, perché per la mia inesperienza di allora non feci caso al rumore di sfiato di una valvola indice di valvola bruciata…  Ma tempo al tempo.  Corsi a fare una nuova polizza 4 R Lloyd Adriatico e parcheggiai la vettura sotto la finestra della cucina, così che quando tornò Francesca dal lavoro le dissi : << Ciao, ti ho comprato un’ auto !>> . << Che auto ? >>, replicò. << Quella lì !>>, indicando la finestra della cucina… Ora, devo dire che… “La prese bene”.  Forse il fatto che avevo la stanza / ripiego  invasa di ricambi per il 1100 e che quindi portai a supporto dei fatti economici validi, più la sensibilità di aver intestato a lei la vettura, come un regalo per il terzo anniversario di matrimonio … Fatto sta che questo  cocktail sortì un positivo effetto.  La sera  uscimmo in prova e tra le prime cose che notai fu un certo gioco dello sterzo da rivedere.   Dopo quindi una registrata alla scatola dello sterzo e un cambio olio, mandai l’auto in carrozzeria a montare le cromature nuove e feci montare i pneumatici normali anche sull’asse posteriore.  Sabato 17 maggio si tenne al Saigarage la 1^ ed unica “Astauto”, la prima Asta di veicoli usati tenuta da una Concessionaria Automobilistica. Radunate oltre 100 vetture usate provenienti dalla filiale di Genova  e dalla sede di Milano oltre alle vetture della nostra filiale di Brescia. Le condizioni di vendita erano interessanti perché non vi erano diritti d’asta ( quindi uno pagava l’effettivo costo di aggiudicazione ), tranne il costo del passaggio di proprietà. Inoltre l’importo di aggiudicazione, grazie alla G.M.A.C, la finanziaria della General Motors, si poteva anche rateizzare. Inoltre, siccome molte vetture erano con targhe fuori provincia, il Saigarage pagava lui il cambio targhe. L’affluenza di pubblico fu notevole e si vendettero molte vetture.  In salone, il giorno dell’Asta, oltre ad una piccola rappresentanza di vetture nuove, tra le quali una Opel Rekord 1800 SW bianca che venderò io a settembre 1986 ritirando in permuta un BMW 528 1^ serie, esponevamo la Manta GSI preparata rally, riverniciata come le Kadett C GTE, gialla e bianca con la quale il nostro capo Maurizio ed il mio collega Stefano avrebbero partecipato al Rally Mille Miglia. Una sera il mio capo mi chiese se andavo con lui a provare, in quanto Stefano era impegnato con i preparativi del matrimonio.  Accettai con il consueto entusiasmo anche se non sapevo che avventura avrei passato. Tutto procedeva per il meglio. Anch’io ebbi l’occasione per la mia prima ed unica volta di provare una vettura da rallye che ti costringe a correre e tenerla su di giri anche sui tornanti, se vuoi che resti accesa. Quando Maurizio, sulla Iseo - Polaveno, azzardò una frase che rimase storica: <<Questa strada la conosco come le mie tasche !>>, dopo 30 secondi, al primo tornante, la vettura allungò un dritto colpendo un paracarro che si mise a rotolare giù dalla collina e la vettura rimase in bilico con la ruota posteriore destra per aria. Scesi subito al volo e cercai di fermare una A112 con due anziane signore che, ai miei gesti di aiuto, quasi impaurite fuggirono via per la strada in salita. Allora provai a sedermi sul cofano posteriore della Manta ed a colpetti di retro riuscimmo a rimetterci in carreggiata. Si chiudeva così senza troppi perché la mia esperienza con le auto da rallye.   Il 1° di Giugno escursione in Svizzera a Lugano e tappa a Melide per visita alla Svizzera in miniatura, sempre con la Kadett GSI.  All’epoca era uso portarsi l’attrezzatura da picnic, oltre all’ormai tradizionale videocamera. In quell’escursione, imparai a mie spese una cosa importante relativa alle dogane.  Non arrivare mai con gli occhiali a specchio.  A Chiasso ci fermarono, guardarono con sospetto l’attrezzatura da picnic, e mi contestarono la videocamera dicendomi che dovevo pagare l’iva in quanto per loro l’avevo comprata oltre confine, sebbene nella parte bassa la telecamera portasse il bollo dello stato italiano ( ma non avevo pensato di portarmi dietro copia della ricevuta d’acquisto ). Sta di fatto che volevano trattenerci e farci parlare con il loro capo. Poi, dopo un po’ di attesa ( nel frattempo avranno fatto i loro controlli ), ci lasciarono andare.  Comunque ribadisco il consiglio: non arrivate in dogana con l’aria spensierata ed occhiali a specchio !!!...  Il 21 giugno a Maderno, sulla sponda bresciana del Lago di Garda si sposò il mio collega Stefano.  Io, oltre ad essere tra gli invitati con i miei colleghi, ebbi l’onere di realizzargli il filmato del matrimonio.  Come vettura per gli sposi utilizzammo la Senator 3.0 E CD 2^ serie, argento, (autista il Ferla )dell’Amministratore Delegato del Saigarage, il Dr. Enrico Sala, ex direttore vendite dell’Alfa Romeo ai tempi di Giuseppe Luraghi . La settimana successiva ebbi modo di poter avere in uso la Senator per il fine settimana e ne conservo ancora un ottimo ricordo.

Ma tornando alle vetture di noi mortali, la Fiat 1100 Special venne pronta infine per il sabato 12 luglio, avanti al primo mio raduno in auto d’epoca in occasione della  Festa delle Pesche di Collebeato.  Il 1986 è il momento magico per le vetture storiche in Italia, con un interesse crescente di tutto il settore. Nasce ad esempio nel 1986 la rivista Auto d’Epoca.  Ora, teniamo conto che nel 1986, la nostra Fiat 1100 Special aveva 24 anni ed al raduno erano presenti: Fiat 1400 Cabrio, Lancia Ardea, Porsche 912 e 356, Abarth 750, Panhard, Ford A, 500 B e C .  Però una cosa che ricordo erano i grandi sorrisi che si spalancavano quando passavamo con il 1100 Special ed i commenti : << Questa l’aveva il nonno, el noder ( il notaio ), el medico, lo sio ( lo zio)!>>  Sembrava che tutti conoscessero questo modello.  Tutto andò per il meglio, tranne quando sulla salita per il colle dei  Campiani ci trovammo davanti una Citroen 5 hp Trefle del 1922, bella, gialla e nera, però che fumava come un turco e saliva ai 20 km orari.  La 1100 sopportò la cosa fino a che fece due sobbalzi e si spense.   Non voleva ripartire.  Giunto l’amico meccanico di Collebeato,  Valter,  si decise di farla girare e provare a farla ripartire in maniera indotta in discesa.  Ripartita la vettura, dal  cigolio che si udiva,  Valter diagnosticò  che c’era una valvola bruciata e quindi le valvole da rifare.  La vettura poi in piano funzionò egregiamente per tutto il giorno e per il resto, cambio, frizione, freni e differenziale erano perfetti.   Rifatte le valvole però i problemi non erano ancora finiti.

 Un pomeriggio mentre ero in tangenziale entro gli 80 Km all’ora, mi si accese la fatidica spia e mi ritrovai di nuovo da Valter con la diagnosi di termostato che si era bloccato e testa da rifare.  Smontata la testa si ebbe modo di vedere che vi era una crepa in essa.  Per fortuna avevo il 1100 special azzurro che a questo punto diventò punto di prelievo per la testa che rettificata dimostrò essere all’altezza della situazione e non ebbi più problemi di temperatura.  Tra le altre cose mi procurarono lo strumento Veglia Borletti che si metteva al posto della spia e che diventò per me da allora un “must” che farò in seguito montare su tutte le mie future Fiat Storiche.  Colsi anche l’occasione per far fare la carburazione a  Marcello, che ormai era, oltre che un amico e segnalatore di clienti, il mio carburatorista di fiducia.   Per le vacanze estive si decise di tornare in Val d’Aosta con la Kadett GSI e trovammo una pensione che ci mise anche a disposizione il garage per le notti. A ferragosto qualche giorno in Trentino sempre con la Kadett GSI.  Fu in Trentino che imparai che è ottimo il check computer che tiene controllati i livelli, solo che se avevi tenuto la vettura in pendenza ti segnalava con spia rossa il basso livello di acqua od olio e fino al momento che non spegnevi e riaccendevi la vettura sul piano la misurazione con segnalazione di emergenza rimaneva attivata.  Nessun problema, basta saperlo e ci si regola poi…

A settembre, 2° raduno con il Fiat 1100 Special, con la mia prima gara di regolarità, fatta a naso senza cronometri.  Non vinsi una coppa per la gara, ma in quanto pilota più giovane ( 25 anni ).

Nello stesso periodo un  mio collega  vendette la mia Kadett GSI 1.8 e colsi l’occasione per prendere la nuova Kadett GSi 2.0 da 130 cv, contro i 115 del 1.8. Di colore smoke grey, fu la prima che ci arrivò ed  andai a prenderla direttamente  alla dogana di Brescia, ancora cerata e che, dopo il lavaggio, mi lucidai in salone in un tranquillo sabato mattina.  Questa aveva l’equipaggiamento di serie, ove i fendinebbia erano diventati di dotazione standard.  Inoltre la strumentazione era diventata digitale. Ricordo che dagli amici questa GSI venne ribattezzata la “Kitt Car” in riferimento alla serie televisiva Supercar, in voga al momento, dove Kitt era l’acronimo di “ Knight Industries Two Thousand” ed era il nome dell’auto protagonista della serie televisiva … Quando andai in dogana a prendere la Kadett  vidi anche le prime Ascona C con l’ultimo finale restyling molto interessante, in particolare nella versione CD.

Nuova calandra a listelli orizzontali ( come richiamo di quella montata su Corsa a due volumi e sulla Omega ) del colore della carrozzeria. Inediti anche i gruppi ottici posteriori, sempre a sviluppo orizzontale, ma di dimensioni maggiori, che mi facevano ricordare l’ultimo restyling della BMW serie 5. Come dicevo, molto belli i rivestimenti interni della versione CD. Sempre in settembre, mio cugino Paolo, figlio della zia Franca e dello zio Luciano voleva comprare la nuova Panda Fire 750 L di colore grigio oslo e mi chiese se potevo fargli avere un’offerta.  All’epoca avevamo nel gruppo Saigarage la S.A.I.A Concessionaria Fiat a Milano.  Gli feci ottenere una bella offerta e con sua autorizzazione andai a prendergli la vettura personalmente a Milano.  Nello stesso periodo arrivò una splendida notizia: avevo vinto un viaggio premio della General Motors per le vendite 1986 dei furgoni Bedford. Destinazione: una settimana a novembre a Singapore e Penang  in Malaysia. Ho un ottimo ricordo di Singapore. Molto pulita ( vi era già allora una multa di 500 dollari se ti sorprendevano a buttare qualcosa per strada ) e moderna. Novembre è il periodo dei monsoni e capitava che da un momento all’altro arrivasse per  dieci minuti un forte acquazzone seguito da un caldo sole. A Singapore allora esistevano già i grossi centri commerciali multipiano con i singoli negozi privati. La cosa singolare era l’accoglienza.  Tu entravi per chiedere un prezzo e la risposta era: welcome, seat down. Oranges ? Coffee ?.  Ossia, prima di discutere di prezzo, volevano accogliere il cliente, metterlo a suo agio, che si rilassasse e poi si trattava… In questi centri commerciali alcuni colleghi Concessionari comprarono due videocamere Sony Video 8 identiche alla mia (che non avevo portato ), ma al prezzo, tradotto in lire, di 1.750.000 lire. Quasi la metà di quanto avevamo speso noi in Italia.  Allora feci un accordo con i miei colleghi. Gli insegnai ad usarle, e loro in cambio mi diedero una telecamera in uso. Così, comprata subito una cassetta video, mi feci anch’io la mia ripresa ricordo. Poi la sera, in un paio di occasioni, rivedemmo insieme i filmati realizzati, collegando la videocamera ad un televisore.  Penang invece è più località turistica da “vita da spiaggia” .  La cosa particolare è che in riva al mare vi era una serie di bancarelle ben organizzate di orologi replica, ove alcuni miei colleghi fecero incetta. Io invece acquistai all’aeroporto di Singapore, in fase di rientro, un mini televisore tascabile in bianco e nero che oggi, purtroppo, con il digitale non è più utilizzabile.
Era stata da poco presentata la nuova Opel Omega che andava a sostituire la Rekord ed a dicembre ricevemmo la notizia che dopo la Kadett E nel 1985, anche l’Omega aveva vinto il premio “ Vettura dell’Anno” 1987 battendo l’Audi 80.  Realizzammo per Brescia Telenord un servizio che mi vide protagonista come commentatore.  Sempre tra le novità, venne presentata la versione iniezione della Maserati Biturbo.  Ne accenno ora, perché da quel momento cominciò a frullarmi l’idea di pensare di cambiare la mia Biturbo carburatori e passare all’iniezione… Era un’idea allo stato embrionale e ne riparleremo. Un anno dove si potrebbe dire: tutto bene!.  Con il senno di poi, non proprio. Dal punto di vista interno, del Saigarage, in una visita dell’amministratore delegato, il Dr. Sala, ci veniva comunicato che egli avrebbe ceduto il suo pacchetto azionario ad un nuovo gruppo. Sulla carta sembrava che non sarebbe cambiato nulla. Nella realtà sarebbero cambiati gli equilibri, le filosofie, gli obiettivi.  Ma ogni cosa a suo tempo.  Per quanto riguarda la nostra auto…biografia, il 1986 aveva aggiunto un +1 ossia la prima auto da raduno, ove senza nessun tipo di agevolazione fiscale ( allora non esistenti se le vetture non erano inserite nella lista chiusa dell’ASI), tale vettura veniva quindi utilizzata come seconda  auto di famiglia, ovviamente con la cura ed il rispetto che si conveniva ad un mezzo di 24 anni.
Cosa avrebbe portato il 1987 ?   

Carlo Carugati  

Continua…       

 
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