Storie di auto e di famiglia... "dalle fiat 1100 alle Opel kadett" i racconti e le memorie di Carlo Carugati ripercorrono periodi e costumi dal 1955 agli anni 80... il 1992
 
 
 
 
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Dalle Fiat 1100 alle Opel Kadett storia d’auto e di famiglia
Cap. 13 IL 1992

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VW Typ 11 Mod. 113 1964 my ’65

Il 1992 è un anno tosto, dove la semina porta raccolto e la pazienza aiuta gli audaci. Dobbiamo quindi fare un piccolo passo indietro. Vi ricordate, nella puntata precedente, che avevo acquistato un cuscino a forma di Fiat 600 prima serie? Quella fu la scintilla che riaprì l’interesse verso questa vettura, che, come ricorderete, è la partenza di questa Auto…Biografia, partita con l’anno 1955. Bene, rammento brevemente: le ricerche, fatte al Pra, mi avevano permesso di contattare l’ultimo proprietario, che però, ai tempi nei quali non era ancora obbligo fare la radiazione, mi disse che l’aveva lasciata da un meccanico in zona Cesena, dopo aver perso una ruota della vettura. La vettura risultava quindi essere stata radiata d’ufficio nel 1983. Sperando che magari fosse da qualche parte in attesa di restauro, provai a mettere un annuncio di ricerca su Ruoteclassiche. Chissà che magari qualcuno potesse avere notizie di questa Fiat 600 targata BO72365. Fu proprio agli inizi del 1992 che una sera mi telefona un signore di Bologna, il Prof. Polgrossi,  che seppi poi essere un ricercatore del CNR e professore all’università di Bologna, il quale mi dice candidamente: “ Ho letto il suo annuncio. Io non ho quella di suo padre, ma ho la sua sorella con una targa particolare BO78888. Le può interessare?”  Il fatto della targa Bologna e del numero particolare, mossero subito il mio interesse.  Solo che presi tempo, in quanto doveva approssimarsi la finizione della nuova casa e quindi poi avrei potuto affrontare la cosa. Nel frattempo mi mandò una lettera, con la copia del libretto della vettura, lettera, che venne spedita in data 9 gennaio 1992. Perché cito questa data? Perché invece il 9 mi arriva una lettera dal Pastore Vetta, che oltre a ringraziarmi per il biglietto di auguri di Natale e per il nuovo anno, che gli avevo fatto pervenire con le firme di tutta la Comunità di Brescia, aggiunge: “ Caro Carlo, rammentando il nostro incontro a Torre Pellice dell’agosto ’90, nel quale tu esprimesti il desiderio di prendere il nostro Maggiolino, volevo farti sapere che a settembre 1992, quando scadrà l’assicurazione, non vorrei più rinnovarla. Quindi se la vettura ti interessa ancora, parliamone…”  Senza nemmeno pensarci un momento, afferrai il telefono e lo contattai.  Gli feci presente che stavo aspettando di entrare nella nuova casa e subito mi tranquillizzò dicendomi che non vi era fretta, visto che l’assicurazione scadeva a settembre. Pensai allora che avrei potuto cogliere l’occasione di andare a vederla ad aprile, quando si sarebbe tenuto il Salone dell’Automobile di Torino e gli chiesi se cortesemente poteva anticiparmi una copia del libretto di circolazione per approfondire la conoscenza del modello. Quindi nel mese di gennaio, venni ad avere già in mano due fotocopie di libretti di mezzi che mi interessava acquisire!  Nel frattempo, dopo l’anteprima di presentazione della nuova Volvo 850 tenuta al Park Hotel Canòa, dove mi innamorai a prima vista di questa nuova vettura a trazione anteriore, l’amico Vittorio Lorenzetti aprì la nuova sede a Brescia in via Fermi, zona Mandolossa. Ricordo che uscii a provare per la prima volta la Volvo 850 con il DM Dalfini, quella sera della presentazione alla Canòa. La vettura era blu met, una GLT. Quello che subito rilevai fu la sua silenziosità, la maneggevolezza e Dalfini mi fece notare come, grazie al 5 cilindri, non vi erano vibrazioni da fermo della struttura della vettura e sul cruscotto. Ricordo la leva del cambio piccola ed agile. Un senso di solidità e qualità notevole.
Ci sono date che fanno parte della memoria storica del nostro paese. Ed il 1992 ne ha alcune. Una di queste è il 17 febbraio, quando, a Milano, il socialista Mario Chiesa, direttore del Pio Albergo Trivulzio, viene arrestato dopo aver ricevuto una tangente di 7 milioni di lire. E’ il primo atto dell’inchiesta “Mani pulite”, che segna l’inizio di Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica.
L’11 marzo, giorno del mio compleanno, quando potevo, cercavo di prenderlo come giorno di ferie; era una giornata che dedicavo a me stesso, alle mie auto, a qualche momento di svago, ed infatti anche quel giorno, nel pomeriggio ci recammo con la Biturbo a Sirmione. Mirco si addormentò così’ bene lungo il tragitto, che, arrivati al parcheggio, aspettammo un momento prima di portarlo fuori dalla vettura.

Giusto il tempo per fare due riprese dalle quali prendere un fotogramma.  Nella stessa giornata, veniva immatricolata una BMW 318 I E/36 4 porte blu scuro con ABS, climatizzatore, radio, fendinebbia, poggiatesta posteriori, che vedrò però solo nel 2003 e ne parleremo più avanti, quindi.  Nei giorni seguenti, invece, trovai un acquirente per la mia Vectra aziendale e quindi, per la prima volta, dovevo fare il cambio della vettura dopo aver ripreso il mandato Opel. A febbraio avevamo venduto, come azienda, la seconda Ferrari 348, la TS che avevamo ritirato  a dicembre. La vendemmo al collega Concessionario Opel, Maurizio Parladori di Chiari, dal quale ritirammo a parziale permuta tre vetture: una Opel Omega 3.0 berlina a Km zero, una Maserati 425 ed una Opel Senator 3.0 24V CD del 1991, con cambio manuale. L’Omega la vendemmo al giornalista Massimo Cortesi, del Giornale di Brescia, che era già nostro cliente. La Maserati 425, fu venduta, tramite l’amico Mauro Bianchini, ex capofficina della Concessionaria Maserati “Goldencar”, colui che dall’inizio seguiva la manutenzione del mio Biturbo. La 425 emigrò in Olanda. Restava la Senator. All’epoca, non vi erano i siti di annunci on line come oggi, ed allora il signor Sala mi chiese se volevo prendere io la Senator come vettura aziendale. Accettai di buon grado. La vettura era nero metallizzato con interno nero. Ovviamente full optional per quelli che erano gli equipaggiamenti dell’epoca, tranne il cambio automatico. Mi arrivò l’assicurazione il 25 marzo mattina.

Chiesi il permesso di prendere mezza giornata, sia per provare la vettura, sia per festeggiare il compleanno di Francesca.  Arrivato a casa, era una bella giornata asciutta, anche se con qualche nube. Diedi una passata veloce di pulizia alla vettura e nel pomeriggio la collaudammo andando ad Iseo.

Nel frattempo incominciammo a preoccuparci, perché i lavori della casa si erano rallentati.  Il maltempo che vi era stato in inverno aveva tardato l’avanzamento della posa dei tetti che, per fortuna, venne a termine.  Il 29 marzo avevamo il nostro bel tetto, con tanto di comignolo per il camino ed antenna montata.  Concordai con l’elettricista di predisporre già per montare l’antifurto ed un impianto luci adeguato per il garage, per poter avere una buona illuminazione per i miei piccoli lavori di detailing. Tutto questo ritardo generale nella realizzazione del residence, portò però ad uno slittamento dei tempi di consegna, che da quel momento andranno spediti, ma diciamo che sei mesi li perdemmo.  A Pasquetta ci fu un’uscita, insieme alla Comunità della Chiesa di Brescia, a Rivoltella, presso un casolare che aveva l’amico Gino Massolini.  Una bella giornata, tanto verde, per i bambini, per correre e saltare in libertà. Mirco, con i suoi 2 anni e mezzo, cominciava a trottare da solo e bisognava stargli dietro. Tutto bene. Quando fu l’ora di rientrare, la Senator nera, rimasta al sole, era piuttosto calda ed allora l'accendo, inserisco l’aria condizionata al massimo, sposto la vettura, visto che dovevo caricare le attrezzature da picnic e le cose di Mirco, chiudo la portiera, apro il baule e… “Clack”: la chiusura centralizzata si chiude. Momento di panico! E adesso cosa facciamo? Dal sedile posteriore non si poteva accedere. Carico comunque la vettura, che nel frattempo, rammento, era accesa e con l’aria condizionata al massimo.  Caricata la vettura e pensando a come poterla aprire senza dover rompere un vetro, chiudo il baule. Nel chiuderlo sento: “Clack”. La chiusura si era riaperta e potemmo tornare a casa senza problemi. Da allora, quando sono in viaggio distante da casa, cerco sempre di  portarmi le seconde chiavi appresso!  In quel periodo, mi venne a trovare l’amico/cliente Mario Gabbiani, al quale avevo venduto nel 1988 la mia prima Alfetta, la 1,6 blu pervinca, del 1980. Gli avevano tamponato la vettura, che funzionava ancora su strada, ma aveva un danno quantificato in oltre 1.500.000 lire. Ergo non valeva la pena, all’epoca, farla riparare e pensò di prendere un’Astra TD  GLS SW smoke grey e far demolire l’Alfetta. Ad avere avuto lo spazio, sarebbe stata da poterla tenere per ricambi, quell’Alfetta. Comunque riuscii a recuperare almeno i cerchi in lega Millerighe, che feci montare sull’Alfetta 1,8 bianca di Francesca.
25 aprile  – Quirinale: attraverso un videomessaggio, il presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, detto “Il picconatore”, annunciava che avrebbe formalizzato le proprie dimissioni il 28 aprile.

Il 64° Salone dell’Automobile di Torino si svolgeva al Lingotto dal 23 aprile al 2 maggio 1992. Decidemmo di andare giovedì 30 aprile, in modo che al mattino avremmo visitato il Salone, nel pomeriggio saremmo andati a Torre Pellice (TO) dal Pastore Vetta a vedere il Maggiolino, la sera ci avrebbe ospitato la Signora Rampa e la mattina seguente, 1° maggio, con calma, saremmo rientrati per pranzo. Fu una scelta anche fatta pensando (giustamente) di trovare meno gente che nei tre ultimi giorni di ponte.  Ovviamente la vettura scelta per questo viaggio non poteva essere che la Senator. La sera del 29, uscito dal lavoro, fatto il pieno, stavo per rientrare come al solito, scendendo dalla via Triumplina, strada a doppio senso a due corsie per parte. Io, verso la fine della via, dovendo entrare in via Pertusati che è sul lato sinistro, come di consueto, cominciai a rallentare e misi la freccia. Credo che qualcuno mi abbia aiutato in quel momento, perché vidi un camion che stava arrivando in velocità e che sembrava proprio non aver inteso che ero fermo e che stavo girando a sinistra. Partii di gran carriera  e per fortuna il 6 cilindri scaricò a terra la sua potenza. Se fossì rimasto lì non oso immaginare cosa sarebbe potuto accadere!!! Di questo Salone, ricordo la presenza di molti prototipi alcuni su base Lancia, come la Lancia Hyena realizzata dalla Zagato, che esordì in veste effettiva di concept car.

La base meccanica e telaistica era praticamente quella della Delta Integrale. Il propulsore, era il mitico quattro cilindri Fiat di 1995 cc, quattro valvole per cilindro e turbocompresso mediante turbina Garret T3 con intercooler aria/aria e overboost, ed erogava, in questa versione, 250 cv, ovvero ben 45 cv in più rispetto ai 205 della contemporanea Delta Integrale. Sarà realizzata poi in soli 25 esemplari.

La Fiat presentava la nuova Cinquecento con uno Stand di alto livello progettato dall’Architetto Giorgio Martelli che mi ha omaggiato di alcune foto

Presente anche una delle prime Fiat 500 del 1957.

Simpatica la Giannini che ripropose la 590 replica, realizzata partendo da scocche di vecchie Fiat 500 rifatte e riomologate come vetture nuove.

Si può dire che la Giannini sfruttò proprio l’ultima possibilità di immatricolare vetture non catalitiche per realizzare quest’ultima opera sulla scocca della gloriosa Fiat 500 (1957 – 1975).

Da segnalare anche l’ultimo Stand Innocenti, prima della chiusura di via Rubattino, a Lambrate, il 31 marzo 1993, nel quale era esposta l’ultima serie delle Small 500 e 990 Cat.

Anche questo stand, importante, era sempre stato progettato dall’Architetto Martelli che ringraziamo per le gentili foto

Ma la vettura alla quale avrei dato il Best of Show, ovviamente a mio giudizio insindacabile, fu una realizzazione dell’Azienda nella quale era socio mio cugino Giuliano Feroldi, la Opac di Rivalta di Torino.

Si trattava di uno Spyder Maserati su base meccanica della Shamal, quindi un V8 3.2 di cilindrata con 326 Cv.

Era un prototipo, che non ebbe sviluppo commerciale, rimasto esemplare unico e che credo oggi faccia parte di una collezione svedese.

Infine da notare, in questo 64° Salone dell’Automobile di Torino,  una cosa interessante, ossia la presenza di una sezione dedicata alle vetture storiche, dove facevano bella mostra vetture come l’Alfa Romeo Giulietta Sprint, Mercedes 300 Sl “Ali di Gabbiano”, Citroen DS, Ferrari 365 GTB. Questo la dice lunga su come il rapporto tra le vetture d’interesse storico e le vetture moderne sia sempre stato un legame stretto che può convivere, facendo cultura dell’automobile. Tenete conto che allora, tranne la lista chiusa dell’ASI, RFI, Storico Lancia e R.I.A.R,  non vi erano agevolazioni per la tassa di proprietà e mancavano ancora alcuni anni, prima che nascessero le polizze per le storiche.
Nel pomeriggio arrivammo a Torre Pellice a trovare il Pastore Vetta. Mentre  donna Clara preparava, come suo solito, una ricca merenda, scendemmo per visionare il Maggiolino. Il Pastore Vetta abitava in una palazzina di tre piani, con tre appartamenti, realizzata per i Pastori in emeritazione (la pensione dei ministri di culto) e lui era l’unico che aveva la vettura, nell’unico garage della palazzina. La vettura partì prontamente e la estrasse per farcela vedere alla luce del sole. Come avevo già visto da lontano, nel 1990, vi erano sicuramente da fare i 4 parafanghi. La vettura non aveva nemmeno 90.000 Km ed il motore, mai lavato, aveva solo una leggera polvere d’età. L’interno presentava un cielo immacolato, il cruscotto e le finiture di carrozzeria belle, doppie fodere di copertura dei sedili e tappetini in gomma originali del 1964. Avevo comprato, all'epoca, il libro della Giorgio Nada sul Maggiolino ed avevo appurato che questa era una delle prime versioni modello ’65, prodotta in agosto ’64 ed immatricolata a settembre 1964. Ecco perché l’assicurazione scadeva a settembre.  Era proprio una bella vettura da preparare e custodire con cura. Salimmo in casa e non vi dico quante cose aveva preparato la Signora Clara per noi. A questo punto toccava a me prendere la parola ed allora presi in mano il libro, che mi ero portato, ed il mio discorso, fu improntato al fatto che avevo studiato bene il modello e che quello per me era un acquisto di una vettura che sarebbe rimasta con me. Non un veicolo che prendevo per tenerla un pochino e poi venderla, ed infine conclusi la mia esposizione, facendo la mia stima/offerta per la vettura. Il Pastore Vetta mi guarda, poi si rivolge alla moglie, che era andata di là a prendere un cabaret di pastine: “Clara, ci ha offerto dei soldi!”.  Entrò in salotto donna Clara che esordì dicendo: “Ma tu sei matto!”. Al momento pensai di aver fatto un’offerta inappropriata alle loro aspettative… Proseguì: ” Hai un figlio piccolo da mantenere, abbiamo trovato la persona che si prenderà cura della nostra vettura, che tutte le volte che ci passerà accanto e che la userà, penserà a noi! Te la vieni a prendere ed è finita lì!”. Realizzai che mi stavano regalando il Maggiolino!  Non sapevo come ringraziarli, ma mi fece anche piacere che avevano compreso lo spirito del mio acquisto. Rimanemmo d’accordo che gli avrei fatto avere i miei documenti per fare il passaggio e poi sarei andato a settembre, alla scadenza dell’assicurazione, a prenderla.

Donna Clara, il Pastore Valdese Alessandro Vetta ed il Typ 11 mod 113 1964 my ‘65

Dopo la Kadett A nel 1982, che mi era stata fatta pagare solo 10.000 lire, dopo dieci anni portavo a casa un altro pezzo di storia dell’automobile e storia di persone che conoscevo, come regalo, quasi a coronamento dei miei primi dieci anni ufficiali nel settore automotive e secondo pezzo, quasi trentennale.

Non ero contento, fluttuavo nell’aria e non era tanto per i soldi risparmiati, ma per il gesto di apprezzamento alla mia passione ed affetto, per me e la mia famiglia. Dopo la bella serata in compagnia della Signora Rampa e dei figli, venerdì primo maggio rientrammo verso casa. Sulla Piacenza – Brescia ci trovammo bloccati a causa di un incidente e dato che faceva caldo, rimanemmo con la vettura accesa ed aria condizionata inserita. Rammentai quello che mi era successo nel 1989 con la Volvo 740 GLT ritornando da Bologna. Anche in questo caso la Senator non creò problemi. Ad un certo punto vediamo delle persone che ci fanno dei cenni… Abbasso il vetro e mi dicono che ho delle perdite alla vettura: ”Niente di grave!” Replicai io “E’ la condensa dell’aria condizionata!”  
Il 19 maggio la nuova Concessionaria Volvo “Lorenzetti” immatricolava una stupenda 850 GLT rossa targata BSE18555.  Vittorio Lorenzetti, mi chiamò per dirmi che quando volevo me la prestava per un weekend. Concordammo per il fine settimana 27 – 28 giugno.
In quei giorni intanto ci fu un accordo importante. I miei suoceri, che abitavano in affitto, manifestarono l’interesse per prendere loro il nostro appartamento di via Pertusati. Idea che venne accolta con grande piacere da noi, anche perché a questo punto aveva più senso lasciare a loro alcune cose che avevamo fatto appositamente per questo appartamento, come l’arredo della cucina e del bagno, scaffalature del ripostiglio, mobili del balcone. Contattammo subito il buon Palini della Fart Cucine di San Giovanni di Polaveno per progettare e realizzare la nuova cucina con consegna prevista per settembre.    
Il 23 maggio 1992 è un’altra data cruciale per la storia italiana, la Strage di Capaci: alle ore 17:56, sull'autostrada Palermo - Punta Raisi esplodeva una carica di tritolo che uccideva il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. L’Italia rimase atterrita per questo attentato!
Il 25 maggio dopo le dimissioni di Cossiga Il democristiano Oscar Luigi Scalfaro, già presidente della Camera, veniva eletto presidente della Repubblica Italiana al 16º scrutinio.
Ai primi di giugno vengono a trovarmi dei coniugi che cercavano una Senator usata. La loro, una seconda serie del 1988 automatica, era stata distrutta in un incidente ed aspettavano la liquidazione della vettura per fine giugno ed intanto si erano messi alla ricerca di una sostituta. Furono molto contenti, quando gli dissi che io avevo la vettura per loro. Il marito fu meno contento per il fatto che la mia era manuale. Infatti quando la provammo ebbe qualche “imperfezione” nell’innesto delle marce. Però la vettura piacque, anche perché in giro non ve ne erano tante in vendita e quando gli dissi che, se a loro stava bene, con un piccolo anticipo l'avrei tenuta per loro, il gioco fu fatto. Dato il piccolo anticipo ricevuto, a fronte del costo della vettura, il pensare a cosa prendere dopo restò un attimo in pausa, anche se io avevo già un’idea in merito… Infatti, nella dotazione di lancio dell’Opel Frontera, ci avevano dato un Wagon 23 TD emerald green con la ruota di scorta interna. Considerando che non era catalitico e che era un veicolo nuovo da far vedere e provare, mi sembrava la soluzione più indicata. Ne parlai con il Signor Sala che si dimostrò favorevole, ovviamente rimandando il discorso a quando sarebbe arrivato il saldo della Senator.

Intanto, il fine settimana 27-28 giugno avevo l’appuntamento per il test drive della Volvo 850. Dissi a Vittorio di prepararmi la vettura con il pieno benzina, azzerando il contachilometri parziale, così avrei fatto anche  una prova consumi. Ovviamente poi gliela avrei riportata con il pieno… Gli portai venerdì sera la mia Alfetta e ritirai questa stupenda Volvo 850 GLT rossa.

Sabato mattina passai a farla vedere, con Mirco, ai mei genitori e facemmo un salto ad Iseo

Ripeto, grande vettura la Volvo 850 GLT, credo che, se non avessi avuto tutte le risorse finanziarie vincolate per l’acquisto della casa, quella GLT ora sarebbe ancora con me… Sabato pomeriggio - bisogna essere dei folli - diedi una passata di cera alla 850, come se fosse la mia…

Domenica invece andammo con Francesca allo zoo safari di Pastrengo, un’occasione anche per far vedere a Mirco tanti animali esotici. Una bella giornata dove Mirco si divertì molto a vedere questi animali, tipo gli orsi che facevano ciak ciak nell’acqua o i babbuini, con i cuccioli che si facevano trasportare da mamma o papà e le “beghe” tra di loro. Ottimi risultati anche per i consumi della 850

La vettura era dotata del pratico computer che misurava consumo medio ed istantaneo e, come ho avuto modo di appurare in altre occasioni, dalla pressione del piede sull’acceleratore dipende molto il consumo. Utilizzando il controllo sul consumo istantaneo, si poteva vedere che a pari velocità su percorso autostradale, ad esempio, con un leggero rilascio del piede, si otteneva una riduzione del consumo.  Alla fine della prova avevo ottenuto una media di 12.8 km/litro, non male per un 2.000.

Notazione triste: in questi giorni (2020) mi è venuta la curiosità di sapere dove fosse finita questa Volvo 850. La vettura venne venduta ad un cliente che l’acquistò in leasing. Questi le montò l’impianto GPL e la vettura venne rubata nel 1994 e non è stata più ritrovata. Questa la fine della Volvo 850 GLT rossa BSE18555…   
Ed ora parliamo un momento della situazione Auto ed Opel sul mercato 1992. Come molti altri costruttori la Opel aveva in vendita parecchi modelli che da gennaio 1993 sarebbero scomparsi dal listino in quanto non dotati di marmitta catalitica.  Tra questi : le Corsa 1.0 che montavano ancora il motore aste e bilancieri di derivazione Kadett A, i motori 1.4 e 1,6 carburatori delle Vectra e i motori 23TD delle Omega. Tra l’altro, anche l’ultima nata con questo motore, il Frontera Wagon presentato al Salone di Francoforte 91 ed arrivato in primavera inoltrata, non era catalitico. Le vetture che ci crearono maggior preoccupazione furono le Vectra, anche perché in autunno era previsto un restyling. Anche la clientela, che cominciava ad informarsi richiedeva risposte. La Opel ci comunicò che sarebbero arrivati dei Retrofit che con un costo al cliente di 1.000.000 di lire permettevano di poter immatricolare la vettura ed usarla tranquillamente con la benzina verde. Così vendemmo anche le ultime Vectra non cat.  Una bella conferma, che non ci era sfuggita, era il successo commerciale della Opel Calibra. La Calibra nacque nel momento giusto, al prezzo giusto e con la possibilità sia di avere una vettura essenziale 2.0 8v, accessoriabile a piacimento, più accessoriata con motore 16V e l’ultima arrivata era la Turbo 4x4 con 204 CV a 5600 giri con un nuovo cambio a 6 marce. Nota di servizio: su questa Turbo, l’aria condizionata non si poteva richiedere dalla fabbrica, ma si poteva montare tramite kit Diavia in after market. Si può dire che la Calibra diede il via al ritorno del coupé sul mercato di quegli anni. Nel 1992 fu la coupé più venduta in Europa. Un dato per l’Italia: nel primo quadrimestre del 1992 vennero consegnate 4091 esemplari di Calibra. Al secondo posto la lussuosa Mercedes 200 CE con 1004 unità.  Lunedì 29 giugno vennero i clienti della Senator a fare il saldo. Il 30 fermo la Senator per fare il tagliando di preconsegna e, appena accreditato il saldo, fare il passaggio. Usai per qualche giorno una Corsa A 1.0 5 porte Swing + nera, dimostrativa. Accreditato il saldo, mandammo avanti il passaggio e consegnai la Senator il 1°luglio. Nel frattempo avevo quindi concordato con il Signor Sala, con l’avvallo del Signor Luraghi, di targare il Frontera Wagon. Sabato 4 luglio sarei quindi partito per le ferie con il nuovo mezzo. Purtroppo il servizio della Motorizzazione di allora aveva dei grossi problemi e così succede che venerdì 3 pomeriggio ho la conferma che le targhe non ci saranno prima di lunedì. Mi precipitai nel reparto usato, dove vidi una Fiat Tempra 1.8 SX Wagon che aveva ritirata il collega Stefano da un suo cliente a cui aveva dato un’Omega. Chiesi allora a Stefano referenze sulla vettura e me ne parlò bene. Corsi all’ora dal Signor Luraghi, visto che il Signor Sala era via, chiedendo se potevo prendere la Tempra e quando sarei ritornato, dopo una settimana, avrei trasferito l’assicurazione sul Frontera. L’amico Pierangelo, in officina, mi fece subito fare il check alla vettura e a sera portai a casa questa Tempra, blu. Perché contavo sul Frontera? Perché domenica dovevo caricare i bagagli non solo nostri, ma anche quelli di due mie cognate, e delle mie due nipoti. Prima tappa Lido degli Estensi. Una delle mie cognate sarebbe poi arrivata nel primo pomeriggio, insieme alla nipote più grande, con il pullman di linea. Prima tappa, in quanto poi domenica pomeriggio noi tre ci saremmo mossi per raggiungere i miei e gli zii (quelli con la Delta) a Rivazzurra di Rimini. Al Lido degli Estensi ho visto le zanzare più grosse della mia vita, battute, come cattiveria, solo da quelle della bassa bresciana in riva al fiume Oglio. Breve giudizio sulla Tempra SW 18 SX:  vettura spaziosa per il carico; climatizzatore automatico efficiente; guida piacevole.  Unico inconveniente che aveva questa Tempra era che, in base a come si accendeva, teneva o meno il minimo. Fu una croce il percorso Lido degli Estensi – Rivazzurra di Rimini facendo la litoranea piena di semafori.  Però, a livello di consumi, 11,8 km/l: buono, direi. Fu questa la prima volta di Mirco al mare ed a Rivazzurra, che è stata per noi come una seconda casa… Fu proprio la sera dell’11 luglio che mentre eravamo a pranzo al “Villino” apprendevamo, nella disapprovazione generale, del primo “furto legalizzato” perpetrato mettendo le mani nelle tasche, o meglio nei conti correnti, degli italiani.  Apriamo quindi una doverosa finestra su questa brutta pagina di economia:
All'indomani delle elezioni del 1992 Giuliano Amato, fu incaricato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro di formare il suo primo governo.
Durante il suo primo mandato da presidente del Consiglio, a fronte della situazione finanziaria, il suo Governo approvò, l'11 luglio 1992, un decreto-legge da 30.000 miliardi di lire in cui, tra le altre cose, veniva deliberato (retroattivamente al 9 luglio) il prelievo forzoso del sei per mille dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione a "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica". Ora, io non ho mai avuto tanti soldi sul conto corrente, come in quel momento, visto che stavamo mettendo insieme tutte le risorse per l’acquisto della casa per evitare il più possibile il ricorso ad un mutuo con i tassi di allora che non erano certo bassi. Quindi potete immaginare come feci un balzo da terra e perché non posso dimenticare quella data. Domenica 12 luglio quindi tornammo come previsto a casa, ma come se avessi pagato due volte le vacanze al mare!  
Per chiudere questa pagina storica sul Governo Amato, aggiungiamo che dopo essersi vanamente opposto alla svalutazione della lira durante l'estate, nell'autunno dello stesso anno varò una manovra finanziaria "lacrime e sangue" da 93.000 miliardi di lire (contenente tagli di spesa e incrementi delle imposte), per frenare l'ascesa del deficit pubblico, e la prima riforma delle pensioni. Il 17 settembre di quell'anno il governo Amato decideva di far uscire la moneta nazionale dallo SME, dopo che il giorno prima la stessa scelta era stata presa dal Regno Unito.
Rientrato quindi il 13 luglio al lavoro, entrai quindi in possesso del Frontera Wagon.
Ma le brutte notizie in Italia non erano finite. 19 luglio – Palermo: alle ore 16:58, il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli, rimangono uccisi dall'esplosione di un'autobomba in Via D'Amelio.

Mi astengo da aggiungere ulteriori commenti a questi fatti di cronaca, ma chi non c’era allora, non si può rendere conto dell’ansia di riscossa e di giustizia che si animava nel profondo dell’Italia di quel momento nei confronti di chi aveva perpetrato questi vili attentati.

Torniamo alla nostra storia, con la prima foto scattata al Frontera, realizzata l’8 agosto verso il Rifugio Colombè, che si trova nel Parco Naturale Adamello Brenta, in Val Camonica, a Paspardo (BS), a 1710 m di quota, dove ci recammo in compagnia dell’ex collega ed amico dei tempi di Telenord, Franco Piantoni. Certamente non sarei mai arrivato in questi luoghi con la Volvo 850!!! 

Anche per il compleanno del suocero, il 12 agosto, andammo a Tremosine con il Frontera e, sempre con questo mezzo, salimmo, il 14 agosto, alla 24^ edizione della tradizionale Festa della Montagna a Passo Nota,  manifestazione promossa dalle locali penne nere e occasione per una gita in uno degli angoli più suggestivi dell’area naturale protetta altogardesana. Anche qui, io senza un suv/fuoristrada non sarei salito.

Il 20 agosto fu invece l’occasione per una puntata sul Lago di Endine. Il lago di Èndine (Lac de Ènden in bergamasco), è un lago di 2,3 km². Situato a 337 m s.l.m. nella Val Cavallina, Per chi non vi è mai stato, è una bella località che vale una gita. Si raggiunge facilmente da Lovere e da Riva di Solto, o in senso inverso da Casazza, percorrendo la Strada statale 42 del Tonale e della Mendola che lo costeggia lungo tutta la sua sponda occidentale. Il lago, incassato nella stretta valle tra alti rilievi, ha conservato pressoché intatto l'ambiente naturale. Le acque, sufficientemente limpide, tendono ad un caratteristico colore verde scuro.

Vi sono alcune aree da picnic e quindi ben si prestava e si presta per una bella giornata in famiglia.

In quest’occasione, Mirco si mise a giocare, al volante del mezzo, impegnandosi a guardare il retrovisore esterno come se dovesse fare manovra.

Iniziamo bene!
Una di quelle sere mi richiamò nuovamente il Prof. Polgrossi per sentire se ero sempre interessato alla 600. Gli dissi che l’interesse vi era ancora, ma che stavo aspettando di poter entrare nella nuova casa che, come spiegai anche a lui, era in ritardo sulla tabella di marcia, ed appena possibile mi sarei fatto sentire. Mi disse che la 600 portava via poco spazio, se non potevo trovare una soluzione provvisoria, che non aveva più tempo e doveva fare spazio. Fu l’ultima volta che lo sentii, e mi dispiace, ma in quel momento non potevo fare diversamente… 
A settembre riprese anche la mia collaborazione con la Compagnia Teatrale “il Ventaglio” di Costanzo Gatta. Ero ormai al 9° anno di collaborazione come tecnico del suono. Lo spettacolo di quest’anno sarebbe stato il Peer Gynt, (pronuncia norvegese [peːr ˈɡʏnt]) un poema drammatico in origine in cinque atti del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, scritto nel 1867 e ridotto, da Costanzo Gatta, in tre atti da un’ora circa l’uno. Le prove quindi duravano parecchio e fu in quel periodo che rientrando, la sera tardi, scoprii Radio Montecarlo ed in particolare la trasmissione serale Montecarlo Night, nata due anni prima, condotta da Nick The Nightfly. Per chi non conosce questa trasmissione è un programma che propone musica ricercata proveniente da tutto il mondo. Da quel momento, Radio Montecarlo divenne il mio punto di riferimento sui 105,6 litigando, spesso e volentieri, con  le frequenze di Radio Radicale, e fu il mio riferimento nello stile di musica da sera e da viaggio. Varie volte mi capitò di sognare di partire per un lungo viaggio ascoltando queste musiche. Cosa poi che realizzai comprando i CD che contenevano le sintesi dei brani migliori, che poi trasformavo in cassette da sentire in auto.  Fu durante queste prove, che conobbi Bortolo Agliardi dell’Azienda Agliardi Traslochi ( oggi Bortolo Agliardi è presidente dell’Associazione Artigiani) e così concordai con lui che il trasloco sarebbe stato organizzato da loro.  Cominciò quindi la complessa preparazione del trasloco, ove, tra l’altro, dovevamo tenere il piede in due scarpe perché non potevamo andare nella casa nuova fintanto che non fosse collegato il teleriscaldamento e non ci fosse l’accessibilità anche con le vetture. Infatti, all’inizio Francesca con l’Alfetta portava Mirco alla Scuola Materna, lasciava fuori sulla via la vettura, poi ci vedevamo lì a casa per un pranzo al sacco e poi, dopo il riposino pomeridiano di Mirco, si rientrava nella vecchia casa. L’inizio del trasloco porta la data del 12 ottobre, dove i camioncini della Agliardi Traslochi fecero la Parigi – Dakar nella terra attorno al perimetro del residence, non ancora cintato, per giungere sotto casa nostra. Nota di costume: dopo qualche giorno ebbi occasione di vendere, al fratello di Bortolo, una Astra TD SW. Questa fu la prima di alcune Opel che diedi loro.
Domenica 18 ottobre fu invece la data storica per il viaggio a Torre Pellice per il ritiro del Maggiolino. Appuntamento per il culto alle 10,30 nel tempio di Torre Pellice, poi passeggiata a piedi fino in via Manzoni, dove trovammo la consueta accoglienza di viveri da parte della Signora Clara. Ma non basta: dovetti quasi litigare con il Pastore Vetta, per pagargli quello che aveva speso per il passaggio di proprietà del Maggiolino (450.000 lire); voleva che gli dessi di meno, perché, mi disse: “Sai, se fossi andato direttamente in motorizzazione avrei speso meno, ma sono vecchio ed allora sono andato in Agenzia”.  Riuscii a pagare le 450.000 lire. Ma non basta ancora: mi aveva fatto il pieno di benzina, così potevo arrivare a Brescia, e un cestino con panini e birre per fare una sosta lungo il viaggio. Semplicemente dei “grandi”, come si dice oggi. Il Maggiolino si comportò molto bene, tranne la frizione, che strappava un pochino in prima, e la convergenza da fare, ma vidi subito che le gomme anteriori erano consumate in modo irregolare quindi poi le cambiai tutte e quattro. La portai quindi subito da Walter Apostoli per fare il tagliando e poi mandarla in carrozzeria.  Il carrozziere la fece molto bene, tanto che mi chiese se la vendevo. Ovviamente gli dissi di no. In cantina avevo ancora la Honda 400 Four che feci venire a prendere da un meccanico che vi era allora, Loda, che  conosceva bene queste motociclette. Le feci fare il tagliando e poi me la feci portare in garage. Comunque, la prima vettura che entrò in garage fu la Biturbo. Certamente il Frontera fu anche in questo caso molto provvidenziale. Ci mancava l’allacciamento del gas ed alla fine andai a prendere una bombola a noleggio e l’8 dicembre feci l’ultimo viaggio dalla casa vecchia portando le ultime cose, tra le quali la Graziella Atala che mi aveva lasciato mia mamma. Dopo il Maggiolino, portato nella nuova casa, portai in Carrozzeria il 1100 Special, perché a stare all’aperto 6 anni, anche se tenuto pulito e protetto, qualche bolla di ruggine si stava facendo e rifacemmo la parte bassa del mezzo.

La Honda 400 rientrata dal meccanico Loda, ancora da pulire con le tracce di fango sui pneumatici. Dietro, coperta dai lenzuoli la Fiat 1100 Special. Sulla destra l’Alfetta con montati i cerchi in lega e davanti il Maggiolino

L’accesso al tunnel venne infine cementato. Bella cosa per evitare di trovarsi sempre i pneumatici infangati. Quello che non riuscirò mai a capire è come abbia fatto Francesca a riuscire, con l‘Alfetta, a prendere l’attacco centrale basso di fermo del cancello carraio e tagliare in due tutto l’impianto di scarico, che dovetti cambiare completamente. Il 12 dicembre ci fu la prima del Peer Gynt, con una buona presenza di pubblico. Il 31 dicembre lo festeggiammo, come di dovere, nella nuova casa, con genitori, fratello e suoceri, e ricevemmo la sempre gradita telefonata del nostro caro amico, il Prof. Heinz, che dalla Germania ci inviò i suoi auguri. Cominciava una nuova era, con nuovi arrivi e nuove partenze, in questa nostra Auto… Biografia.

Carlo Carugati

Continua…   

      

 
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