Storie di auto e di famiglia... "dalle fiat 1100 alle Opel kadett" i racconti e le memorie di Carlo Carugati ripercorrono periodi e costumi dal 1955 agli anni 80... il 1996
 
 
 
 
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Dalle Fiat 1100 alle Opel Kadett storia d’auto e di famiglia
Cap. 17 IL 1996

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Opel Vectra A 2.0 CD 1989

Il 1996 è, dopo quasi 30 anni, è ancora un periodo, dove mi rimangono alcune domande senza risposta e che per fortuna sono riuscito a mettermi alle spalle. Ma non vi anticipo null’altro e sarete voi a porvi le domande... Come sempre procediamo, seguendo gli eventi in ordine cronologico, ove le Auto ci accompagnano in questa nostra storia/biografia. Una novità nata nel corso del 1995 e quindi concretizzata ad inizio 1996, furono le polizze per le auto storiche. In attesa che finisse il restauro della 600, mi ero iscritto al Club 600 Italia del Dr. Luigi Aratari. Questi, inviava periodicamente una simpatica pubblicazione con varie informazioni e recensioni dei loro eventi e trovai la pubblicità del Centro Assicurativo Pavese che proponeva tramite l’Helvezia delle Polizze assicurative per le vetture storiche dai venti anni, cumulative a gruppi: 3 - 6 - e oltre, 4 piloti identificati e bastava avere la tessera di un club. In quel periodo potevi anche assicurare un veicolo anche se non era a te intestato e quindi fu per me come la manna che proveniva dal cielo. A febbraio trovai di collocare la mia Vectra B cd 5 porte 1.8. In attesa dell’arrivo delle due Vectra CDX che avevo ordinato presi, in pronta consegna, una Vectra 4 porte 1,6 class Marseille Red. Avevo ordinato due Vectra CDX: una 2,5 V6 Star Silver per Maurizio e per me una 2.0 CDX del nuovissimo colore North Cape (290) che richiamava il colore del mare a Capo Nord. Per entrambe era previsto di serie, l’interno in pelle nero.

Per promuovere la nostra presenza nella Valtrompia, Maurizio concordò con la Scuola Sciistica del Maniva che avremmo fornito loro in uso, per la stagione invernale, due Frontera Sport, allestiti con apposite decal pubblicitarie e veniva inoltre organizzato il 1° Trofeo Opel Sport Team Maurizio Sala che si sarebbe tenuto il 10 marzo 1996.

Non avendo mai sciato, pensavo inizialmente che non avrei partecipato all’evento, ma all’ultimo decidemmo di andare. Naturalmente, niente catene in auto e via all’arrembaggio

Fortunatamente le strade erano pulite e comunque la neve al Maniva c’era e continuava a nevicare, lievemente ma presente, almeno fino a mezzodì.  Fu anche la prima e unica occasione per far provare a Mirco (6 anni) l’esperienza degli sci. Il 17 marzo si tenne invece al Teatro S. Afra un concerto, tenuto da mio fratello Raffaele, dedicato a Clara Schumann, nel centenario della morte. Io fui incaricato di presentare l’evento. Rammento che una signora si lamentò della mia pronuncia di alcuni nomi tedeschi, ma per il resto fu un buon evento. Il 31 marzo venne a mancare mia zia Pina. Era l’ultima sorella, rimasta, del mio nonno materno Raffaele. Quanti ricordi delle estati a giocare a scala quaranta, le gite degli inizi degli anni ‘70. Un libro che si chiudeva...
Ad aprile arrivò la mia CDX. Che bella che era! Il colore era stupefacente! Rammento che, mentre altre volte bastava che andassi dalla Daniela per farmi targare la vettura, questa volta dovetti insistere ed andare a sollecitare Maurizio... Era la prima volta che capitava..

Il primo test con la nuova Vectra 2.0 lo tenemmo nella consueta visita, grazie all’ormai mio punto di appoggio in Opel, Maurizio Bonaldi, che mi procurava i pass, nella giornata per gli operatori, il 24 aprile, alla 66^ edizione del Salone dell’Automobile di Torino (25 aprile - 5 maggio).  Fu un salone, a mio avviso, di transizione e dove per le vetture moderne venni attratto (cosa che non mi capita spesso) da due vetture scoperte. La prima fu la nuovissima Mercedes SLK che mi attirò sia per la linea e la compattezza della vettura, ma anche per il nuovo sistema di apertura elettrica e scomposta del tetto metallico che trasformava in breve un coupè in spider. In particolare, mi colpì la vettura di colore giallo, come quella del poster che mi venne omaggiato da una gentile e carina Hostess. Se ad oggi non ho ancora una SLK è perché allora avevo già un figlio, ed oggi aspetto che la vettura compia i 30 anni per non pagare il bollo ed avere il passaggio ridotto... Poi si vedrà!  Naturalmente non mancai di andare a visionare la roadster concorrente, la BMW Z3 che era stata presentata un anno prima. Si, carina, come la Hostess, più austera, rispetto a quella della Mercedes, con un completo blu, capelli corti neri, meno espansiva della collega bionda di Mercedes. 
Nel settore dei prototipi presentati allora, in varie declinazioni, dai nostri bravi Designer, rammento due vetture.

La prima è una show car presentata per la prima volta su un proprio stand dalla Stola s.p.a, la Stola Dedica, una elaborazione sul pianale della Fiat Barchetta, opera dell’inesauribile Maestro Aldo Brovarone

A fine maggio la Stola Dedica sarà poi invitata al concorso di Eleganza di Villa d’Este. Ringrazio Alfredo Stola per l’uso delle foto di archivio dal sito www.studiotorino.com  L’altra vettura è un modello speciale, prodotto dalla Opac, azienda di Rivalta, nella quale era socio mio cugino Giuliano Feroldi.

Nel 1996 presentarono la Opac Più, un prototipo anche in questo caso interamente pensato, progettato e realizzato da Opac. La Più era una piccola spider sulla base della Peugeot 106 Xsi, la cui carrozzeria era stata totalmente ridisegnata.          
Tra marzo e maggio partecipammo, con il Maggiolino (il nostro Alexander), ad un paio di raduni: uno a Desio, nel quale poi, nel pomeriggio, passammo a trovare, a Lazzate, la zia Angelina, sorella di mio papà, che rimase sorpresa che fossimo lì con un’”auto vecia”, come la definì. Il secondo raduno fu più interessante, con la visita al Castello di Montechiarugolo e per la prima volta notammo un Maggiolino Peg Perego appeso ad un balcone, posizionato per un concorso, al quale questa prima volta non partecipammo. In altre due occasioni, invece usammo la Kadett B LS: il 21 aprile per una visita al Castello di Bornato, insieme anche alla zia Franca e alla zia Anna; la seconda il 5 maggio, per una gita fuori porta a Sirmione. Nel mio lavoro, ogni tanto mi capita di essere come un sarto che trova un vestito giusto per una persona, in questo caso parliamo di auto. Un amico di Braga, l’officina Opel delle Fornaci, ci diede in permuta la sua Opel Vectra CD 2.0 prima serie 1989 con aria condizionata, Blue Ibiza con 96.000 Km. Mi si accesero le luci, perché poteva essere la vettura ideale per prendere il posto dell’Ascona C 1,6 Luxus del 1984 che aveva solo 137.000 km, ma non aveva servosterzo né aria condizionata. Fatta vedere al papà, la scelta fu per il sì. Feci fare tagliando, lucidatura di carrozzeria e montati 4 pneumatici nuovi su cerchi in lega after market

Per l’Ascona, purtroppo, avendo solo 12 anni, avrei dovuto fare un’altra polizza assicurativa, e non me la sentivo. Però preparai la vettura, facendo sistemare il contagiri che non funzionava, una bella lavata e lucidatura ed era pronta. Venne un giorno una signora, che cercava una vettura capiente e che soprattutto, mi disse, non doveva essere di un fumatore. Proposi quindi l’Ascona. Ci mise 5 minuti per decidere: ci fece un giro attorno, apri la portiera di guida ed il profumo della polverina alla mela acerba pervase l’aria... “E’ mia!”, disse. Papà andò a firmare il passaggio e consegnai l’Ascona.  Nello stesso periodo, Maurizio, sempre più appassionato dalle “decal” sulle vetture, fece mettere delle scritte pubblicitarie anche sulle nostre vetture aziendali. Tra queste una fascia gialla in lunghezza sulle due portiere. Non riesco a misurare la valenza pubblicitaria di queste scritte, rammento solo che, quando andai al matrimonio di mio cugino Paolo, il figlio della zia Franca, il 15 giugno 1996, a Mestre, mio zio Attilio, fratello di mia mamma, mi domandò: “Ma sei venuto con quella!?

Ora non credo che la domanda, mista al punto interrogativo fosse un apprezzamento per la vettura, quanto per l’invadenza della pubblicità...  A giugno, nel clima della nuova policy Opel della “Differenza Opel”, ci fu una domenica aziendale a Peschiera, ove si parlò di tante cose, si fece gruppo e quello che in particolare mi rammento è la lavagna con i fogli bianchi, sui quali vennero segnati degli importi importanti a riguardo dei risultati 1995...       

Il 6 luglio, prima uscita insieme delle due Vectra, per un tour: Soave, con visita alla Cantina Coffele, famosa per essere la cantina che serviva Papa Giovanni Paolo II. Produceva uno Spumante di Recioto, che per anni fu per noi un punto di riferimento

Di seguito, Villanova di San Bonifacio, San Bonifacio, Madonna, Lonigo ed ultima tappa alla Guglia Napoleonica inaugurata il 1° novembre 1810 e nella quale si festeggiava l’anniversario della vittoria di Napoleone nella battaglia del 1797.
Dal 15 al 21 luglio, consueta vacanza a Rivazzurra di Rimini, al “Villino” dell’ormai amico e cliente Giancarlo Castellani.  Giovedì 18 luglio, al rientro dal pomeriggio in spiaggia, mi chiamano al telefono...: “Ciao, sono Maurizio. Tutto bene?” “Si, grazie”, rispondo. “Ho voluto chiamarti subito per aggiornarti... Oggi è stato qui mio padre (il Dr. Enrico Sala ndr.) ed abbiamo dovuto lasciare a casa 9 persone!” Rimasi senza parole, azzardai soltanto: “Avrete avuto le vostre ragioni” ...  
Il rientro questa volta non fu sereno come al solito.  Certo, non era morto nessuno, però, nel nostro caso, 9 persone erano quasi un terzo del personale che avevamo nelle due strutture. Inoltre, la scelta delle 9 persone, spaziò in tutti i reparti: vendite, post-vendita, amministrazione. Una cura “dimagrante” che non era ancora conclusa, non tanto per il personale, perché meno di così non si poteva, ma per altri tagli ai costi, ad esempio dei benefit aziendali e che spiegherò tra poco.  Fu un periodo dove da un lato cercai di non pensare a quello che era successo, applicando il principio “acqua versata non macina più” e dall’altro mi concentrai per portare avanti il lavoro, che non mi è mai mancato, dal punto di vista organizzativo, tenendo purtroppo conto che dovendo anche vendere, dovevo anche impegnarmi, come i miei consulenti, su questo aspetto. Ad agosto, come di consueto, l’attività rallenta e, dato che si chiudeva nella settimana di Ferragosto, avendo ancora ferie arretrate da esaurire, presi anche la settimana prima e l’amica Teresa ci trovò una pensione a Canè, in Valle Camonica, per fare una settimana di montagna. Poco prima di partire mi viene a trovare mio cugino Achille, figlio della zia Anna, sorella di mia mamma, a cui avevo dato la prima Corsa B aziendale, quella rossa con il tetto apribile con l’aneddoto che ricordate della puntata del 1993. Voleva cambiarla per prendere qualcosa di più grande. Naturalmente gli proposi la mia Vectra, direi che ne rimase affascinato. Era venerdì sera, 2 agosto. Gli dissi che adesso andavo in ferie e quindi poi di farmi sapere, che nel caso avrei poi potuto, dopo Ferragosto, consegnargliela. Sabato 3 agosto, lo ritrovai dal nostro comune barbiere e mi disse: “Allora la prendo io la tua Vectra. Quando torni ci sentiamo”. “Va bene!”, risposi. Quelle due settimane di agosto volarono. Dopo la prima settimana a Canè, nella successiva rammento l’ultima uscita con le due Vectra per un tour che copri: San Giorgio Piacentino, Carpaneto Piacentino, Gropparello, Castellana, Veleia e Monticelli d’Ongina dove un improvviso temporale, fortunatamente senza grandine, ci costrinse a restare in auto, fermi per un buon quarto d’ora. Consegnata la Vectra, mi trovai costretto, diciamo, a prendere una vettura aziendale che ci era rimasta in carico dalla fine della collaborazione con un collega venditore. Si trattava di un’Astra 1.4 GLS 5 porte, bianca. A fine agosto, venne anche finalmente pronta la Fiat 600.

Non avevo mai guidato la Fiat 600, che subito ti dava un maggior spazio all’interno, rispetto alla 500, mentre la differenza di potenza tra i 21,5 cv della 600 ed i 18 della 500, si avvertiva meno.  A vantaggio della 600, il cambio sincronizzato per seconda, terza e quarta. Peccato che però la mia 600 aveva il cambio molto rumoroso...  Ad inizio settembre, si tenne a Montichiari il tradizionale appuntamento chiamato “Festival dei Motori”, che in quegli anni era ancora una manifestazione che valeva la pena visitare. Pierangelo ed io andammo quindi, con la sua bella Alfa Romeo GT Junior seconda serie. In quell’evento, mi imbattei in un artigiano veronese, di nome Gianni (che così marchiava anche le sue bici), che esponeva una bicicletta da turismo a 3 velocità amaranto metallizzato con le finiture cromate, come si usava un tempo. Me ne innamorai...  Voleva 500 mila lire, chiusi la trattativa a 470 mila lire con portapacchi, antifurto e cavalletto.  Ed ora però dovevo tornare a casa... Escluso che la bici entrasse nella GT, dissi a Pierangelo di tornare a casa, avvisare cortesemente mia moglie che sarei prima o poi arrivato e, dopo che non andavo in bicicletta dal 1979, mi feci 26 Km per tornare a Brescia, con qualche sosta e qualche salita affrontata a mano; non rammento in quante ore, ma tornai a casa con la mia nuova bicicletta.

Poi il nostro magazziniere, Diego Calzoni, mi regalo un set di 5 ingranaggi Campagnolo ed allora, dal buon Signor Soldi (pace all’anima sua), mi feci montare la doppia corona e questi nuovi ingranaggi.  In più: doppio specchietto esterno, contachilometri, trombetta, al posto del campanello, frecce posteriori e luce stop, porta borraccia, copri sella morbida, borsetta attrezzi. Diciamo che le mancava solo il motore...

A settembre, in concomitanza del lancio della nuova Fiat Marea, si tenne anche l’inaugurazione della nuova Organizzazione Franzoni Auto Srl, dove l’amico Pierangelo Pasini si era messo in società con Pierino ed il figlio, Stefano Franzoni che, dopo aver ceduto il marchio Renault, aprivano in una nuova sede sotto il marchio Fiat

Pierangelo mi chiese se volessi esporre la mia 600, cosa che feci di buon grado e molto volentieri. L’aneddoto della giornata è che, rientrato a sera a casa, spenta la vettura per scendere ed andare ad aprire la basculante, la vettura non ripartì... Batteria che aveva deciso in quel momento di lasciarci! Cose che capitano..

Allora non vi erano ancora le ZTL in città e facemmo alcune foto nel Centro Storico di Brescia, in particolare con lo sfondo del Capitolium. Il 15 settembre primo raduno per la 600. Meta: Salsomaggiore Terme, con raduno organizzato dal mitico Aratari. Durante il percorso notammo una perdita di olio dal bulbo e, quasi arrivati a Salsomaggiore, la vettura si spense e non voleva partire. Chiamai Aratari che ci mandò un socio, molto cordiale e valido meccanico, che si accorse che si era staccato uno spinotto dallo spinterogeno.

Fissato bene, la vettura non dette altri problemi e passammo un buon raduno.
In settembre feci una scappata a Lazzate, dove mi fermai a pranzo (fu l’ultima volta che ebbi tale occasione) e vidi il pulmino 600 T e la 1100 R dello zio Luigi, parcheggiate nel garage, coperte da due teli plastici, che sembrava mi implorassero: “Portaci via, qui non abbiamo più nulla da fare se non rischiare la demolizione”. Feci vedere anche alla zia Mariuccia ed a Reginelda le foto della 600 prima serie del 1956 finita e restaurata, sperando che potessero capire cosa avrei fatto delle vetture dello zio, ma non ebbi reazioni particolari, anzi, speravo che almeno la zia si ricordasse quando il papà aveva la 600, ma non se ne ricordava...
Vi avevo anticipato degli ulteriori tagli alle spese che sarebbero ricadute sul reparto vendite... Ebbene, dal primo gennaio 1997 non avremmo più avuto la vettura personale aziendale. Avremmo solo avuto delle vetture aziendali per appuntamenti specifici esterni, ma non era più la vettura personale.  La motivazione dei costi delle vetture era marginale, in quanto erano vetture che poi venivano rivendute, ma l’aspetto assicurazioni con ovviamente furto, incendio e la tassa di proprietà pare incidessero sui costi aziendali ed in un momento di riduzione delle spese si andò a tagliare lì. Qui non ricordo se fui io a proporre un’alternativa che poteva in parte venire incontro alla forza vendite.
Ecco la proposta: il consulente alle vendite poteva scegliere la vettura che voleva. La vettura veniva targata a nome del consulente, a suo carico bollo e assicurazione.  Entro 4 mesi doveva pagarla (ovviamente a prezzo di costo) e/o venderla. Una volta all’anno vi sarebbe anche stata la possibilità di restituire la vettura senza averla pagata… Ovviamente tutto quello che guadagnava di più era suo, ma non solo, poteva usufruire dei finanziamenti in essere e avere lui il guadagno provvigionale sugli interessi previsto per la Concessionaria. La proposta aveva quindi degli oneri, ma poteva avere anche dei vantaggi, se ben gestita.  Una problematica, che penso abbia fatto fare ad alcuni venditori Enasarco una scelta diversa, fu il fatto che forse, fiscalmente, per un Agente, comprare e vendere una vettura ogni quattro mesi, gli creasse tra entrate ed uscite iva qualche problema. Oltre questo, comunque, ed a distanza di tempo, rilevo che alcuni dei consulenti non digerirono bene questa variazione, tanto che andarono ad ordinare in leasing due BMW serie 3 E36 SW, una 318 blu SW scura alla quale fece poi mettere l’interno in pelle beige ed una 320 D SW Silver.
Comunque, fino a fine anno si andò avanti come previsto, tanto che, venduta l’Astra, ripresi una Vectra 1,6 CD marseille red (il mio colore preferito), che poi cedetti dopo poco ad un cliente di Braga. L’ultima vettura aziendale di questa tornata, Fu una 1.7 TD CD bianca che rammento utilizzai per andare a dicembre, con mio papà a visitare il Motor Show di Bologna.  Fu il primo ed unico Motor Show al quale andai con mio papà. Rammento che gli dava fastidio la musica ad alto volume di alcuni stand, che trovammo esposto, di importazione parallela, il Maggiolino messicano con motore 1.6 cat, e che conoscemmo un imprenditore che proponeva dei profumi per auto, di qualità, da dare come omaggio ai clienti. Pensandoci, non rividi più questo signore, in altri eventi: mi sa che l’idea non portò i risultati sperati...  Vedo che qualcuno si sta portando avanti e si sta chiedendo cosa avrei fatto io da gennaio 1997. Ve lo anticipo. Pensai di ripetere quello che avevo fatto nel 1982 al Saigarage.  Allora, quando l’auto aziendale era solo nuova e solo per chi aveva venduto l’anno precedente almeno 100 auto, nuove, avendo io in garage la Lancia Delta, nuova con 10.000 km, avevo acquistato allora, la famosa Kadett A, che quindi era una Opel. Bene, oggi io avevo in casa la Kadett B LS del 1969 e pensai che già rispetto alla Kadett A avevo fatto un passo in avanti. Pertanto, avrei iniziato così, poi... Lo vedremo nella prossima puntata. Infine, un nanetto che ripesca nel 1995 ma finisce nel 1996... Quando avevo la Omega 3.0 V6 SW un sabato pomeriggio ci eravamo presentati in un negozio di vendita allestimenti caminetti per abitazione, in quanto avevamo nella nuova casa il caminetto, ma non l’avevamo ancora rivestito. Ci accolse il titolare, molto complimentoso per la vettura.  Spiegammo le esigenze e concordammo che sarebbe venuto a casa nostra per vedere la struttura, fare delle misurazioni e formularci un preventivo. Così avvenne. Vista la struttura, fatte le misure, gli chiesi: “Bene, adesso ci farà un progetto?” Rispose: “Mica sono un architetto! So cosa devo fare, così così così e lo faccio!” Risposta che già non mi convinse. Allora chiesi: “Bene, allora ci farà un preventivo!”  Rispose subito: “Ah per quello glielo posso dire subito...  Ci vorranno 15.000.000 di lire!” Per la prima volta mi sedetti sul divano e replicai: “Un importo impegnativo!” Replicò: “Cosa vuole che sia per lei!”  Realizzai prontamente che questi era da mettere alla porta all’istante!  Fui bravo che non lo presi per il bavero, ma comunque, con la scusa che dovevamo pensarci, lo accompagnai prontamente alla porta...  Perché vi ho raccontato questo “nanetto”? Perché vista l’esperienza pregressa, avendo avuto segnalazione di un’altra azienda, pensai bene di andarci con la Kadett B LS del 1969, ovviamente pulita ed in ordine. L’accoglienza fu semplice, trovammo un’azienda che ci fece il progetto, ci fece un preventivo di 6.000.000 di lire (un tantino diverso da 15...), ed inoltre ci fece una dilazione 30-60-90 per il pagamento. Fu di insegnamento, e riconfermò che sono sempre le persone oneste, che non vogliono approfittarsi del prossimo, che fanno la differenza!  Intanto il 31 dicembre a Brescia nevicò, ponendo la parola fine ad un anno travagliato, almeno dal punto di vista lavorativo.

To be continued!                          

Feci fare il tagliando al buon Braga, montai trombe Opel, poggiatesta, e specchietto retrovisore DX

Carlo Carugati per kadett.it

To be continued...                                 

 

 
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